Scuola: insegnanti marginalizzati, genitori comprati con voti alti, ragazzi sempre più ignoranti. L’analisi di Elisabetta Frezza

“Credo che ci sia un elefante nella stanza. Sono usciti da poco i risultati delle prove innalsi, che ci dicono di un tracollo delle capacità dei nostri studenti, sia nella lettura, sia nella comprensione dei testi, sia nell’abilità matematiche”, denuncia Elisabetta Frezza a Canale Italia.

“Ma non ci volevano gli enti di rilevamento a dircelo, perché credo che sia esperienza di chiunque vive la scuola, notare questo progressivo deterioramento nei livelli di apprendimento dei ragazzi, che arrivano addirittura al liceo senza saper tenere una penna in mano, letteralmente la tengono come una zappa, non riescono a prendere appunti, non sanno strutturare né comprendere periodi complessi, quindi spesso sono realmente condannati alla scena muta, alla pagina bianca, con tutto il portato anche di frustrazione che questo comporta anche per parte loro.

Dall’altra parte gli insegnanti sono marginalizzati, ormai ridotti a fare un po’ da supervisori della galassia dell’alunno onnipotente, che è diventato il protagonista assoluto nella scuola e c’è questa accentuata personalizzazione della didattica che, a mio modo di vedere, è assolutamente controproducente perché condanna il ragazzino allo status quo in un certo senso, non lo induce al miglioramento anche con il traino del gruppo. Ripeto, tutto questo da cosa deriva?

E apro una brevissima parentesi, il periodo emergenziale ha avuto un effetto catapulta su tutto questo, cioè ha fatto sì che in unica soluzione, in grossa difficoltà.

Credo che semplicemente la scuola debba riappropriarsi del proprio compito fondamentale e alla scuola appartiene il potere e il dovere di trasmettere le conoscenze che hanno però una caratteristica, quelle che appartengono alla scuola, di essere le conoscenze sedimentate nel tempo, quindi quelle che hanno resistito alla prova del tempo, che hanno la caratteristica della durevolezza e che quindi in qualche modo sono universali ed eterne.

Ecco, tutto quanto invece appartiene alla propaganda, all’ideologia, al magma dell’attualità che è sempre appaltata al mainstream ovviamente, deve rimanere al di fuori della scuola.

La scuola non deve inseguire furiosamente quello che avviene nella società e stare al passo della società, deve tenersi un passo indietro rispetto alla vita e questo tanto decantato senso critico che effettivamente ha detta di tutti è l’obiettivo primario che dovrebbero raggiungere i nostri ragazzi non è che venga fuori dal nulla per partenogenesi, richiede l’informazione, richiede la conoscenza e quindi richiede anche la padronanza della materia di cui si parla per poterla esporre.

Il linguaggio è la prima cosa che manca ai nostri ragazzini, che non viene più coltivata, la nostra lingua madre, la nostra bella lingua madre con tutta la sua ricchezza lessicale e letteraria, e che sarebbe anche il primo strumento che consente nella comunicazione interpersonale di esprimersi, rendere e quindi anche di sedare quella violenza, mi dirà anche Andrea, che si cerca invece di soffocare in altri modi molto impositivi, omologanti e di matrice, a mio dire, espressamente totalitaria. Gli insegnanti dovrebbero competere.

Dall’altra parte ci sono i genitori che vengono facilmente disinnescati e comprati attraverso l’inflazione dei voti, basta un voto alto per zittirli, per tacitarli e vengono abbindolati dalla ricchezza di attrazioni, dei PTOF, dei piani dell’offerta formativa, cioè più attrazioni psichedeliche un po’ come a Luna Park ci sono, più la scuola pare quotata e questo è un circolo vizioso che si è innescato e che sempre più però depaupera la scuola dei suoi contenuti primari, come dicevamo prima.

Quindi sicuramente i docenti marginalizzati, i genitori spesso persi che oserei dire sono sempre più infantilizzati anche nei rapporti con la scuola, per parte mia continuo a dire che bisognerebbe ritornare ai fondamentali, quindi c’è molto da spazzare via più che da continuare a introdurre nella scuola contenuti che con la scuola non hanno niente a che fare e che anzi impongono modelli di comportamento, forme di pensiero in modo omologante e totalitario, addirittura, e qui chiudo l’apoteosi di questo processo, è il fatto che siano stati preconfezionati, precotti e serviti già pronti addirittura le trasgressioni, addirittura gli scioperi.

Lo sciopero dovrebbe essere, per antonomasia, l’arma a disposizione del soggetto debole contro il potere. Bene, se è il potere che te li confeziona, e questo l’abbiamo visto in vari casi, a partire da Greta, ma anche ultimamente, queste manifestazioni imposte per cui vengono forniti gli slogan, questi li recepiscono e li rilanciano in un dialogo surreale grottesco con l’autorità, non si rendono conto i ragazzini di essere carne da macello al servizio di chi poi tiene i fili di tutto, al servizio della regia. Quindi una scuola dell’obbedienza, sono d’accordissimo, è una scuola dell’obbedienza ma proprio perché sono i contenuti ideologici e l’agenda 20-30 è il compendio adesso, è tutto sistematizzato là dentro, è in un certo senso il libro sacro che contiene tutti i macromotivi delle ideologie oggi in voga e che ha colonizzato anche i libri di testo sempre più pieni di immagini e sempre più vuoti di parole, nelle parole però sta il pensiero e il ragionamento e quindi ancora una volta dell’irrinunciabile per questi ragazzi, per dare loro gli strumenti di base per affrontare la vita e la realtà”.

Qui potete vedere il video di Elisabetta Frezza: https://t.me/guerrieriperlaliberta/28041

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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