Scuola: più della metà dei docenti ha oltre 55 anni

“Continuiamo ad avere la scuola più vecchia del mondo. Con la riforma Fornero il gap è aumentato tra docenti e discenti, con più il 50% over 55 nella nostra scuola: secondo Anief chi lavora dopo i 60 anni dovrebbe avere incarichi diversi dall’insegnamento”. A dichiararlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. In un’intervista rilasciata a Orizzonte Scuola, il sindacalista autonomo ha ricordato che “tanti docenti in classe hanno ormai una certa età” e “a questo si aggiunge il mancato riconoscimento del burnout che invece si registra con tanti episodi, raccontati dai giornali, che necessitano di un’accurata analisi. Quando avevamo chiesto i dati sul burnout ci era stato detto che i dati erano segretati. Serve un’inchiesta”.

Secondo Pacifico, “non è giusto trattare i lavoratori con le stesse finestre di uscita dal lavoro quando hanno uno stress diverso. Unica eccezione sono i dipendenti delle forze armate che hanno una finestra a parte”. Il leader dell’Anief ha ricordato anche che “oggi un giovane di 30 anni, se fa la simulazione sulla propria posizione pensionistica, scopre che dovrà lavorare 50 anni per avere neanche l’80% dell’ultimo assegno e andrà in pensione non prima di 74 anni”. La conseguenza è che si sta sempre più andando verso “una differenza chiara tra le vecchie e le nuove generazioni: il problema è che si mettono nello stesso calderone ammortizzatori sociali e pagamento pensioni e così il bilancio dell’Istituto va in negativo”.

Il presidente del giovane sindacato non ha quindi alcun dubbio: “Sulla riforma Fornero si trovano solo dei palliativi con delle deroghe momentanee che non risolvono il problema, come Opzione donna o Quota 100 che penalizzano comunque chi va in pensione. Si va in pensione anagraficamente prima ma con una penalizzazione del ratio. Dal 2011 siamo infatti passati al sistema contributivo” e questa trasformazione ha danneggiato i lavoratori, quasi sempre non più liberi di lasciare prima dei 67 anni, e anche gli alunni che si ritrovano il corpo docente tra i più vecchi al mondo.

Ma c’è dell’altro, aggiunge Pacifico: “Il problema del turn over e del reclutamento nasce da un’altra peculiarità della scuola italiana: abbiamo la scuola più precaria, questo è un altro record in negativo della scuola italiana. Abbiamo circa 300mila supplenti, ovvero quasi il 25% del personale scolastico è precario. C’è innanzitutto il problema del non adeguamento dell’organico di fatto all’organico di diritto. Penso in primo luogo ai posti sul sostegno. Poi il sottodimensionamento degli organici che non tiene conto delle esigenze territoriali. Con Agenda Sud si è cercato di assegnare qualche insegnante e ATA in più ma poche unità in più non risolvono il problema”.

La verità, continua il sindacalista Anief, è che “bisogna aumentare gli organici. In legge di bilancio è necessario rivedere gli investimenti in legge di bilancio e invece si continua con la linea del dimensionamento. Ad esempio per il personale amministrativo aggiuntivo non è stata trovata la copertura finanziaria e i collaboratori scolastici sono stati prorogati fino al 15 aprile”.

 

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