I profitti dell’eolico in Sardegna andranno ad aziende francesi, tedesche e danesi …”il tutto con i soldi del Pnnr”, Silver Nervuti

“La Sardegna è un gioiello del Mediterraneo; è necessario evitare di sacrificare paesaggi di inestimabile valore storico e ambientale. Tuttavia, l’idea di sostenibilità deve anche tenere conto degli interessi economici globali”, spiega Silver Nervuti

“Possono installare centinaia di pale eoliche, che aggiungono verticalità all’isola. Tuttavia, è già noto che i profitti finiscono nelle tasche di grandi società estere e investitori internazionali, mentre i sardi dovranno sopportare per sempre l’impatto visivo e ambientale di questi impianti. In altre parole, subiscono il danno e la beffa. Sì, perché tra i principali attori del settore eolico in Sardegna ci sono giganti internazionali come la danese Ørsted, la tedesca RWE e la francese EDF Renovables”.

1. Ørsted (Danimarca): https://orsted.com

•  Ørsted è una delle più grandi aziende al mondo specializzate nelle energie rinnovabili, in particolare nell’energia eolica offshore. Fondata nel 1972 come Dansk Naturgas per lo sfruttamento del gas naturale, ha cambiato nome in Ørsted nel 2017 in onore del fisico danese Hans Christian Ørsted.
• Specializzazione: Ørsted è considerata un leader globale nell’energia eolica, soprattutto offshore (in mare aperto). La società ha investito pesantemente per passare da combustibili fossili a fonti energetiche pulite e sostenibili, con un obiettivo dichiarato di azzerare l’uso del carbone entro il 2025.
• Attività principali: Gestisce parchi eolici offshore in Europa, Asia e Nord America. La sua missione è contribuire alla transizione globale verso un’energia verde, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e promuovendo la sostenibilità ambientale.

2. RWE (Germania): https://www.rwe.com

•  Fondata nel 1898, RWE è una delle principali compagnie energetiche europee. Ha sede a Essen, in Germania, ed è stata storicamente legata alla produzione di energia da carbone e gas naturale.
• Specializzazione: Negli ultimi anni, RWE ha intrapreso una transizione significativa verso le energie rinnovabili. L’azienda è diventata un attore di primo piano nel settore dell’energia eolica (sia onshore che offshore), solare e dell’energia idroelettrica.
• Attività principali: RWE sta lavorando per diventare neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO2 entro il 2040, riducendo l’uso di carbone e gas e puntando sulla crescita delle energie rinnovabili. La società è attiva in Europa, negli Stati Uniti e in altre regioni del mondo.

3. EDF Renovables (Francia): https://www.edf-renouvelables.com (in francese) oppure la versione internazionale https://www.edf-re.com

•  EDF Renovables è la divisione di energie rinnovabili di Électricité de France (EDF), una delle più grandi aziende di servizi pubblici al mondo. EDF è prevalentemente nota per la sua produzione di energia nucleare, ma EDF Renovables si concentra esclusivamente sulle energie rinnovabili.
• Specializzazione: EDF Renovables è impegnata nello sviluppo di progetti di energia eolica (sia onshore che offshore), solare e altre tecnologie rinnovabili. È attiva in tutto il mondo, con progetti significativi in Europa, Nord America, America Latina e Asia.
• Attività principali: La missione di EDF Renovables è supportare la transizione energetica globale, promuovendo lo sviluppo sostenibile e riducendo le emissioni di carbonio. La società partecipa a grandi progetti internazionali di energia pulita, spesso in collaborazione con governi e altre aziende del settore.

“Cosa fanno in Sardegna? Tutti questi progetti sono sostenuti da fondi di investimento esteri e sono stati facilitati da politiche nazionali come il PNRR, il piano promosso da colui che ha semplificato la burocrazia per favorire il piano nazionale di ripresa e resilienza”, continua Nervuti.

“..E tornano alla mente le parole di un ex politico che lo aveva definito un vile affarista. Costiga aveva criticato Draghi per le sue decisioni finanziarie, considerate dannose per l’Italia, definendolo il rappresentante di una globalizzazione economica nociva per il nostro Paese. È stato il liquidatore dell’industria pubblica italiana quando era direttore del Tesoro.”