“Piano di sicurezza dei vaccini non di proprietà dell’azienda sanitaria e quindi non può essere consegnato. Le aziende farmaceutiche non sono responsabili dell’approvazione dei farmaci”. Le rivelazioni dopo una interrogazione dell’avv. Holzeisen

“Le aziende farmaceutiche non sono responsabili dell’approvazione dei farmaci e, in questo senso, dei vaccini in sé e per sé. I vaccini (somministrati in età pediatrica) sono stati approvati dall’Agenzia europea per i medicinali nel 2006 e nel 2013, rispettivamente per il vaccino pediatrico Hexyon e il quadruplo vaccino Proquad. Entrambi i vaccini sono espressamente previsti come tali dalla legge n. 119 del 2017.

L’EMA e l’AIFA hanno il compito di valutarne l’efficacia e la sicurezza secondo gli studi presentati. La presenza dei vaccini nel calendario vaccinale nazionale vale come prescrizione sia per le vaccinazioni obbligatorie che per quelle consigliate. Il piano di gestione del rischio che lei cita correttamente è un piano delle aziende farmaceutiche e non è di proprietà della società medica del Sud Tirolo, e quindi non può essere consegnato. Queste questioni rientrano nella competenza esclusiva dello Stato, non c’è spazio di manovra” ha riposto a una interrogazione contro l’obbligo vaccinale pediatrico, fatta dall’avv. Renate Holzeisen, l’Assessore Provinciale responsabile per la Salute del Sud Tirolo.

“Con orrore e stupore devo constatare che lei afferma che l’azienda medica altoatesina che effettua le vaccinazioni non è in possesso del piano di gestione dei rischi, sebbene i documenti ufficiali di approvazione prevedano che l’utilizzo dei vaccini dovrebbe tenere conto di questo piano di gestione del rischio”, ha controbattuto l’avv. Renate Holzeisen in aula provinciale. “Il piano vaccinale nazionale non sostituisce mai la prescrizione del medico”, precisa l’avvocato. “La prescrizione medica deve riguardare la situazione individuale del bambino e non può essere sostituita da alcun piano vaccinale nazionale. Questa tua affermazione fa orrore anche a me e lo testimonia.”

“In terzo luogo, per quanto riguarda il piano di gestione del rischio, che non è stato presentato, ho già commentato questo. Per quanto riguarda la competenza dello Stato dell’Alto Adige, qui si parla di una questione di protezione civile. Nel momento in cui i bambini vengono sistematicamente sottoposti a sostanze per le quali non sono mai stati condotti studi sull’efficacia e sulla sicurezza nella loro fascia di età, non puoi fare affidamento solo sull’approvazione dell’EMA, che richiede sempre una prescrizione medica, o su quella dell’AIFA. Devi diventare consigliere di Stato di propria iniziativa. Ciò vale anche per tutti e tre i consigli statali responsabili dell’istruzione. Nel momento in cui ti informerò di questo, non potrai sederti e dire che non sono affari nostri. Sono sicuramente affari loro. Hanno una responsabilità quando presentano ai genitori l’alternativa: o non iniettano mai ai figli sostanze di cui non è stata testata l’efficacia e la sicurezza, oppure i bambini non possono completare il percorso di asilo in strutture finanziate con soldi pubblici.”

La denuncia della Holzeisen era precisa. “Dai documenti di approvazione del vaccino pediatrico Hexyon e del quadruplo vaccino Proquad utilizzati in Alto Adige risulta che queste sostanze non vengono mai utilizzate nei bambini di età superiore ai 24 mesi, la cui immunogenicità e sicurezza non sono state testate”, ha detto in consiglio regionale.

“Se le proprietà farmacocinetiche non sono state studiate, significa che per l’iniezione è necessaria la prescrizione del medico. Nonostante la richiesta di divulgazione del piano di gestione dei rischi per queste sostanze e l’obbligo dei medici di tenerne conto, l’azienda medica altoatesina non ha reso noto il piano di gestione dei rischi.”

Da qui le mie domande:

  1. Questi fatti erano noti ai consiglieri statali competenti per gli asili nido?
  2. Se è così, perché i bambini i cui genitori si oppongono giustamente all’iniezione di sostanze di cui non è mai stata testata l’efficacia e la sicurezza, fin dall’età dell’asilo, cioè oltre i 24 mesi, sostanze per le quali non esistono studi clinici sull’efficacia e sicurezza e senza prescrizione medica?
  3. Perché il piano di gestione del rischio non è stato fornito ai genitori che hanno presentato una richiesta di divulgazione?
  4. Cosa intendono fare i consigli statali competenti riguardo a questa situazione palesemente illegale e alla discriminazione contro i bambini esclusi dalla scuola materna?”

“Il disinteresse totale dei tre Consiglieri responsabili per l’asilo/scuola materna (di lingua tedesca, italiana e ladina) rispetto ad un’evidente grave violazione di Diritti Fondamentali, completa il misero quadro della Giunta Provinciale dell’Alto Adige/Sudtirolo su questo tema  fondamentale per la tutela dei nostri bambini. 

Questa situazione non può rimanere senza conseguenze”, ha concluso la Holzeisen. 

Fonte

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