Paolo Cassina: “bisogna ripartire dall’etica e dall’informazione libera”

 “Io penso che dobbiamo ripartire dall’etica, quella grande cosa che secondo me è mancata in questi ultimi anni”, auspica Paolo Cassina al convegno di San Martino Buonalbergo organizzato da La Gente come noi.

“L’etica, e soprattutto la comunione con gli altri. Non ci si aiuta sempre l’un l’altro, ed è questa la cosa che è veramente mancata e che io ho visto anche nel mio lavoro. Durante la pandemia, ho lavorato per una rete televisiva molto importante e ho notato questa tendenza a preservare il proprio posto di lavoro, a difendere il proprio piccolo spazio senza andare oltre i propri bisogni materiali.

A livello di sistema, di “macro-macchina”, non ci sono stati cambiamenti. Tuttavia, a livello di persone, di individui, posso dire che in questi tre mesi sono riuscito a portare ex colleghi, anche di reti come La7, alle mie proiezioni. Prima mi guardavano come se fossi un alieno, ma poi sono venuti, si sono aperti alla visione, mi hanno fatto i complimenti e hanno cambiato un po’ la loro prospettiva rispetto a ciò che è successo e alle diverse prospettive.

Una sera, ad esempio, abbiamo fatto un aperitivo con alcuni amici considerati “complottisti”, e una persona è rimasta lì un’ora e mezza ad ascoltare le nostre motivazioni. Si è davvero aperta al dialogo.

Ci sono meccanismi radicati da decenni, ma a livello individuale vedo che molte persone stanno veramente iniziando a svegliarsi, e penso che a lungo termine questo possa portare a un cambiamento anche nelle grandi strutture. Tuttavia, c’è ancora tanto lavoro da fare. Bisogna scardinare questo sistema che è alla base delle televisioni e dei grandi media, che sono spesso controllati da grandi azionisti legati a fondi di investimento internazionali.

Detto ciò, negli ultimi anni sono nate tante realtà nuove. Penso a ByoBlu, a Visione TV e a molte altre televisioni locali che mi hanno aiutato a diffondere il mio film. Vedo davvero un potenziale risveglio, una crescita dal basso. Abbiamo visto con le proiezioni di vari documentari che, quando si muove la massa, le persone partecipano e magari fanno una piccola donazione per vedere il documentario, supportare l’artista o il relatore. In questo modo si toglie potere ai grandi gruppi e si alimenta un’informazione genuina.

Io credo che l’informazione sia davvero la chiave per sostenere questo cambiamento”.

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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Per non dimenticare: Giornalismo pandemico: “spesso è un mero copia incolla di comunicati stampa di governi e industria farmaceutica, numeri senza contesto a reti unificate e una cronica mancanza di messa in prospettiva accompagnata a grafiche quotidiane di colore rosso”, l’accusa di Serena Tinari.

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