Paolo Svegli, promotore del Comitato dei Custodi del Territorio, ha espresso la sua critica verso l’attuale organizzazione delle competenze in materia di sicurezza del territorio e protezione civile, evidenziando una profonda incompatibilità tra le due funzioni. “Noi purtroppo, vi ho detto questa cosa, che anche mischiando l’acqua con il vino o il diavolo all’acqua santa, mettendo insieme nella stessa agenzia sicurezza del territorio e protezione civile, si sono mischiate due situazioni che sono antitetiche. La protezione civile è un intervento post, la sicurezza del territorio è un intervento di prevenzione. Quindi ci sono due mentalità, due filosofie completamente diverse che rischiano di collidere come è successo”, ha dichiarato.
Nel suo intervento, Svegli ha sottolineato come, nel 2015, una riorganizzazione delle competenze abbia ulteriormente complicato la situazione. “Poi nel 2015, quando le competenze sono state spacchettate dalla legge regionale numero 13, è chiaro che tutto quello che avveniva come autorizzazioni nei fiumi faceva capo a un unico servizio che era il servizio tecnico di Pacino. Dopodiché è stato passato tutto il tema del demanio idrico e terreni ad Arpae, è stato passato il tema della sismica, quindi le infrastrutture, ai comuni e noi ci siamo tenuti la sicurezza idraulica con tutta una serie di problemi che non riuscivamo più a controllare perché erano incontrollabili. Prima parlavamo con il collega che era nell’ufficio di fianco, dopo dovevi parlare con enti diversi. Questo è evidente che crea una paralisi nel sistema”, ha spiegato.
Le sue parole mettono in luce la necessità di una riforma strutturale che possa restituire efficacia e coordinamento alle azioni di prevenzione e gestione del territorio, evitando sovrapposizioni e conflitti tra enti con competenze diverse.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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