I volontari dopo l’alluvione ostacolati dal pubblico. La denuncia del Comitato Alluvionati Consapevoli

“A Faenza, per dare un’idea di cosa stava succedendo, avevamo avuto 11.000 volontari che venivano da tutta Italia”, ricorda Paolo Svegli del Comitato Alluvionati Consapevoli.

“Io, mentre lavoravo lì con mio zio, ho visto gente che veniva dalla Sicilia così come dalle valli della Bergamasca.

Li ho visti arrivare da tutta Italia. Un plauso immenso a loro, 11.000 mila, al punto che il prefetto a un certo momento ha persino detto che non dovevano andare perché intralciavano i lavori.

Io ti dico anche qui, dati e fatti: la pompa con cui ho rimosso il fango e i due metri e mezzo d’acqua dalla cantina di mia zia, e il mezzo metro di fango che c’era, me l’hanno fornita i volontari.

Quando mi sono messo in contatto con il Comune, ed eravamo in zona rossa, non era una situazione del tipo “vieni quando vuoi”.

Una mattina mi chiamano e mi dicono: “Sono qui in via Torretta per spurgare.” Rispondo: “Scusi, ma quel fango l’ho rimosso un mese fa. Un mese fa! Dovevo aspettare lei?” Dovevi venire con la pala e il piccone a quel punto, perché il fango si solidifica. Non so se l’avete capito?”

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