“Sulla proteina Spike, ma anche nella letteratura specifica, nelle pubblicazioni presenti nelle banche dati mondiali, emerge un dato comune, documentato e incontestabile”, spiega il Dott. Giuseppe Di Bella.
“Cosa hanno fatto? Chi ha prodotto questo vaccino, chi ha imposto questo vaccino, utilizzando questa tecnica mRNA, cosa ha fatto?
Hanno inserito uno degli elementi immunogeni, che avrebbe dovuto essere la proteina Spike, un componente del virus. Il ragionamento sarebbe stato il seguente: utilizzare un componente del virus.
Io lo inietto attraverso un sistema mRNA, lo faccio riprodurre continuamente nelle cellule ospite, in modo che questo generi una reazione immunitaria.
Come l’hanno introdotto? L’hanno inserito in una nanoemulsione lipidica, con vie di introduzione diverse da quelle naturali.
Questa proteina Spike, più resistente rispetto a quella naturale, non è stata introdotta attraverso una via fisiologica, ma attraverso una via patologica. Essa è molto più resistente e, contrariamente a quanto sostenuto ripetutamente a vari livelli, non si ferma nel punto di inoculazione, ma si diffonde in tutto l’organismo, perché queste microemulsioni lipidiche si distribuiscono ovunque.
Si creano delle vescicole all’interno delle cellule, chiamate esosomi, che trasportano questa proteina e la diffondono in tutto l’organismo.
Questo può provocare reazioni diffuse, che coinvolgono tutti gli organi: il sistema vascolare, il sistema cardiocircolatorio, l’aggregazione, il sistema nervoso centrale e periferico.
Mancano tutta una serie di studi preclinici che avrebbero dovuto essere effettuati prima di diffondere questa proteina, che avrebbe comunque dovuto essere detossificata. In tutti gli altri vaccini, ad esempio quello per il morbillo, si introduce un virus fortemente attenuato, che non è tossico. Invece, in questo caso, hanno utilizzato la proteina così com’era, e soprattutto essa si diffonde in tutto il corpo, causando danni multi-organo.”
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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