Come “la criminalità organizzata si impadronirà dell’economia virtuosa e ruberà il futuro a molti dei nostri figli e a molti dei nostri nipoti”, lo spiega il procuratore della repubblica di Trento

Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trento, Sandro Raimondi, ha recentemente condiviso un allarme preoccupante alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle altre associazioni criminali, anche straniere. Raimondi ha dettagliato i suoi sforzi per combattere il riciclaggio di denaro e altre minacce alla legalità economica nella regione Trentino, evidenziando un settore particolarmente vulnerabile: l’industria alberghiera.

“Io ho cercato anche a Trento di contrastare in concreto il fenomeno del riciclaggio o il pericolo del riciclaggio, perché c’era, e mi avvio alle conclusioni, c’era un settore nel Trentino che si chiama quello di relativo agli alberghi, che viene chiamato con una parola molto snob, hotellerie, dove abbiamo visto che c’erano delle attenzioni su un centinaio di alberghi in difficoltà da parte di soggetti che non ci convincevano,” ha dichiarato Raimondi.

Un caso emblematico, secondo Raimondi, riguarda l’acquisto di due alberghi a Cavalese da parte di un fondo di Singapore, una transazione che ha sollevato sospetti. “Quando tu vedi che un fondo di Singapore acquista due alberghi a Cavalese, non è che tu pensi, penso che uno di Singapore manco sappia dove è Cavalese,” ha osservato con una punta di ironia. Il problema si aggrava con l’assenza di controlli adeguati sui crediti in sofferenza, i cosiddetti non-performing loans, dove la provenienza e la bontà degli acquirenti restano spesso oscure.

In risposta a queste preoccupazioni, Raimondi ha fatto creare alla provincia una task force specializzata, collaborando con Trentino Digitale per sviluppare un sistema di monitoraggio avanzato. “Abbiamo creato un sistema, un software, che si chiama ClicSense, che consente di avere dati dalle banche, dalle aste giudiziarie e così via, e quando ci sono due anomalie su cinque anomalie che abbiamo evidenziato allora scatta l’indagine patrimoniale,” ha spiegato. Questo sistema mira a individuare e investigare tempestivamente le transazioni sospette, integrando i dati provenienti da diverse fonti per formare un quadro più chiaro delle attività economiche nella regione.

Raimondi ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra tutte le istituzioni per affrontare efficacemente queste minacce. “Tutte le istituzioni, da ultima la Procura ma le prime siete proprio voi che avete in mano il potere legislativo, debbono lavorare insieme su questo con una casacca unica perché l’ingresso e l’aggressione all’economia virtuosa è veramente importante,” ha affermato con decisione.

Il procuratore ha anche menzionato le crescenti minacce dei cyberattacchi, citando il rapporto Clusit sugli attacchi informatici annuali che rileva miliardi di attacchi alle imprese italiane di tutte le dimensioni. “Quindi questi sono gli aspetti che a me preoccupano con riferimento alla lotta alla criminalità organizzata, perché la criminalità organizzata in questo modo si impadronirà dell’economia virtuosa e ruberà il futuro a molti dei nostri figli e a molti dei nostri nipoti,” ha avvertito.

Concludendo il suo intervento, Raimondi ha lanciato un appello accorato a non arrendersi: “Non facciamoci rubare il futuro perché non ce lo meritiamo, siamo bravi, abbiamo i tecnici più bravi del mondo, abbiamo società che sono all’avanguardia e non mi piacerebbe vedere da vecchio, quasi che già lo sono, una situazione di questo tipo nella nostra economia.”

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