“I vaccini mi hanno sempre interessato naturalmente perché hanno a che fare con lo stimolo al sistema immunitario, che era il mio principale argomento di studio”, spiega il dott. Paolo Bellavite. I vaccini tradizionali contengono il virus da combattere in forma attenuata, “chiaramente è un principio intelligente, un principio da perseguire, un principio incontestabile dal punto di vista teorico.
Il problema è che questa teoria si scontra con la complessità del sistema immunitario. Dal punto di vista teorico, noi sappiamo oggi che esistono anche degli anticorpi che fanno tollerare anziché respingere l’agente infettivo. Sappiamo che il sistema immunitario può reagire in maniera eccessiva o distorta, pensiamo ad esempio a tutte le malattie autoimmuni generate da una somiglianza tra i batteri, i virus e i componenti del nostro corpo.
Sappiamo che il sistema si autorregola, abbiamo scoperto le citochine, siamo entrati in un dominio della complessità.
A questo punto, quindi, l’idea che il vaccino vada sempre bene, che stimolare il sistema immunitario funzioni sempre e sia l’ottimale, comincia a traballare sul piano teorico. Questa deve essere l’occasione per pensare più a fondo la questione, anche dal punto di vista scientifico”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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