Moni Ovadia interviene sulla guerra in Ucraina da Bologna “Il popolo ucraino paga più di tutti, sparirà. Sarà un popolo che molto difficilmente si riprenderà”, denuncia. “Metà degli ucraini sono fuori dal loro paese”.
Secondo Ovadia, il popolo ucraino è destinato a soffrire enormemente e rischia di non riprendersi mai completamente dalle devastazioni della guerra. Egli afferma che metà degli ucraini sono già fuggiti dal paese, cercando rifugio all’estero, e prevede un futuro cupo per coloro che sono rimasti.
Ovadia, noto per la sua posizione a favore delle persone che soffrono, ha raccontato di aver ospitato personalmente tre profughe ucraine per otto mesi nella sua casa. Tuttavia, ha sottolineato che avrebbe voluto fare lo stesso con i rifugiati siriani durante la crisi in Siria, ma non gli è stato permesso. “Io, siccome sto sempre dalla parte della gente che soffre, ho ospitato tre profughe ucraine per otto mesi a casa mia”, ha detto da Bologna. Quando la Siria è stata devastata, io avrei volentieri ospitato profughi siriani, ma non me li ho fatti ospitare perché? Perché l’Occidente è razzista e colonialista ancora oggi”.
La denuncia di Ovadia arriva in un momento in cui l’Europa sta affrontando una delle più grandi crisi di rifugiati della sua storia recente, con milioni di ucraini costretti a lasciare le loro case a causa dell’invasione russa. La sua osservazione solleva questioni importanti sull’uguaglianza, la giustizia e l’umanità nella gestione delle crisi globali dei rifugiati.
La testimonianza personale di Ovadia, che ha aperto la sua casa ai rifugiati, contrasta con le politiche ufficiali e mette in evidenza l’importanza dell’azione individuale e della solidarietà umana. Tuttavia, la sua critica alle istituzioni occidentali invita a una riflessione più profonda su come vengono trattate diverse crisi umanitarie e su quali vite vengono considerate degne di protezione e aiuto.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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