Come il Governo Draghi e quello Meloni hanno scalvacato la nostra Costituzione sulla guerra. La spiegazione di Alessandro Orsini

Il problema dunque è che noi andiamo verso un mondo di guerre e noi italiani dobbiamo essere coinvolti in queste guerre. Il problema è che la nostra Costituzione ostacola la partecipazione dell’Italia alle guerre. E quindi in primo luogo c’è una battaglia nel dominio della cultura per convincere gli italiani che l’articolo 11 della Costituzione consenta al governo Meloni e prima ancora al governo Draghi di alimentare dall’esterno una guerra per procura per due anni e mezzo. Semplicemente l’articolo 11 della Costituzione non lo consente. Ma noi siamo stati talmente ubriacati dalla propaganda che abbiamo addirittura dei costituzionalisti che siedono ai vertici della Repubblica che sostengono che la Costituzione italiana consentirebbe al governo Meloni e prima ancora al governo Draghi di alimentare per due anni e mezzo una guerra per procura. Inoltre, l’articolo 11 della Costituzione italiana non solo dice che l’Italia ripudia l’uso della guerra per dirimere le controversie internazionali, ma anche che quando scoppia una guerra, l’Italia deve precipitarsi a spegnere le guerre con la diplomazia, favorendo le organizzazioni di pace.

E qual è stata la strategia anticostituzionale del governo Draghi e del governo Meloni? Questa strategia è basata su due pilastri.

Il primo pilastro è l’esclusione della diplomazia e il secondo pilastro è l’invio di armi all’Ucraina per tutto il tempo necessario, perché come insegnano i grandi maestri del realismo politico, che con nostro grandissimo orgoglio sono gli italiani, Machiavelli, Gaetano Mosca,  bisogna trovare un lessico adeguato per nascondere la realtà. Quindi, il lessico che noi utilizziamo è: “Noi inviamo armi per favorire la pace”. All’inizio, quando è scoppiata la guerra, io dicevo: “Ma state scherzando, inviando le armi ne avremo una sirianizzazione della guerra, un’escalation sempre più grave”. Ma tu non sei un pacifista, tu sei un corrotto, sei un maledetto, sei un venduto, sei in combutta con il Cremlino

I fatti sono andati esattamente come avevo previsto. Infatti, quando è scoppiata la guerra, ho fatto una previsione sotto forma di regolarità empirica. Ho detto che, per ogni proiettile della NATO che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina, e tutti i dati provenienti dal campo mi hanno dato perfettamente ragione. Tant’è vero che ci sono testimonianze, come quelle dei generali ucraini. Per esempio, il generale che controlla il settore a sud, incluso Bakhmut, ha detto testualmente: “Ci siamo ritirati da Avdyvka perché noi sparavamo un colpo d’artiglieria al giorno, mentre i russi dieci. Eravamo in un rapporto di uno a dieci, sia nell’artiglieria, in alcuni casi anche nei soldati.”

Quindi io dissi: “Maggiore sarà la quantità di armi che noi invieremo, più la pace si allontanerà.” Viceversa, l’argomento del governo Draghi era che, per ottenere la pace, bisognava inviare tantissime armi per sconfiggere la Russia sul campo.

La Costituzione italiana non consente di escludere la diplomazia e non consente di alimentare le guerre per procura, tanto più che si tratta di guerre a rischio nucleare.

Esempi di esclusione della diplomazia ne abbiamo moltissimi. Ad esempio, c’è stato un G20, se ricordo bene a dicembre 2023, in cui la Meloni si è rivolta a Putin dicendo che, per porre fine alla guerra in Ucraina, basta che ritiri tutte le truppe dal territorio ucraino. Questa affermazione significa che l’Italia persegue come obiettivo l’alimentazione della guerra in Ucraina fino alla sconfitta della Russia, violando l’articolo 11 della Costituzione italiana.

La strategia del governo italiano è quindi quella di sconfiggere la Russia sul campo.

La Costituzione non consente di operare in questo modo, perciò bisogna creare un mondo che non esiste. Per creare un mondo che non esiste, occorre costruire una macchina della propaganda spaventosa. Una delle tesi che espongo nei miei libri è che l’analisi dei documenti disponibili dimostra chiaramente che il sistema dell’informazione in Italia sulla politica internazionale è organizzato esattamente come nelle dittature.

Provate a pensare a cosa fanno i giornalisti russi e i conduttori televisivi in Russia: dicono che tutta la ragione è dalla parte di Putin e tutti i torti sono dalla parte della NATO. Cosa fanno tutti i conduttori televisivi italiani, con pochissime eccezioni? Dicono che tutti i torti sono di Putin e tutte le ragioni sono della NATO. Quindi, da un punto di vista sociologico, svolgono la stessa funzione: creare consenso intorno alle politiche dei rispettivi governi.

 

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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