L’Ucraina è sull’orlo del collasso: 250.000 uomini soltanto sparpagliati su un fronte lungo circa 2.000 km, industria in ginocchio, uomini che scappano dall’arruolamento. L’analisi di Giorgio Bianchi

“L’Ucraina è sull’orlo del collasso sotto tutti tutti i punti di vista”denuncia Giorgio Bianchi.

“L’industria ucraina è in ginocchio, paralizzata dalla perdita dell’86% della capacità produttiva elettrica, come ha ammesso al Washington Post il direttore generale di DTEC Maxime Timchenko.

Come riporta l’agenzia di stampa UN, il capo del direttorato principale della pianificazione della difesa ucraina, il generale Jeven Ostrianski, ha disposto di ridurre del 60% il personale assegnato agli stati maggiori per liberare personale per il fronte. Nel frattempo, le richieste di Kiev alle nazioni europee di rimandare in Ucraina i maschi tra i 18 e i 60 anni rifugiatisi all’estero si fanno sempre più pressanti, e si moltiplicano le notizie di cittadini ucraini reclutati a forza e inviati al fronte senza addestramento. Vedere le immagini di questi ragazzi braccati è veramente impressionante; vedere anche come la folla, come le persone comuni tentino di difenderli dai reclutatori, fa veramente riflettere e ci dà un’immagine di quello che sta succedendo nel paese. Il calo costante della qualità dei militari ucraini, dovuto anche ai ridotti tempi di addestramento, determina perdite sempre più elevate, favorite anche dal fatto che i russi riescono a esprimere un volume di fuoco 6 o 7 volte superiore a quello del nemico. L’Ucraina perde 50.000 soldati ogni mese, mentre le perdite russe sono di diverse volte inferiori.

Il Presidente russo Vladimir Putin, in un’intervista a Lansa e ad alcune delle principali agenzie internazionali, ha aggiunto che attualmente i prigionieri russi in mani ucraine sono 1.348, mentre gli ucraini prigionieri sono 6.465. Sul nuovo fronte della regione di Kharkov sono stati inviati a combattere anche reparti di polizia e guardie di frontiera. Sarebbe logico attendersi che i russi attuino una nuova penetrazione in territorio ucraino, anche più a nord, nella regione di Sumi. Il canale telegram russo Slavyangrad, che monitora gli annunci mortuari sui giornali ucraini, ne aveva contati a metà maggio 463.400, mentre il canale telegram ucraino World Tears riferiva al 16 maggio di 508.000 prigionieri e solo 256.000 militari in servizio. Tenete conto che in genere i feriti rispetto ai morti sono in rapporto di 3 o 4 a 1, quindi pensate alla catastrofe dell’esercito ucraino.

Questo numero è indirettamente confermato anche da una fonte militare francese che, protetta dall’anonimato, ha riferito all’agenzia di stampa James France Press che l’Ucraina fatica a schierare sulla linea del fronte 250.000 militari e che in tutte le brigate l’organico è sottodimensionato del 40%. Secondo la fonte, con l’apertura del fronte nel nord della regione di Kharkov, le forze di Kiev sono costrette a diluirsi su una linea di fronte ancora più lunga, indebolendo gli altri settori, azzerando le riserve e favorendo l’avanzata russa. Insomma, l’Ucraina è al collasso. Stabilire il numero dei caduti in questo conflitto è compito arduo. Kiev sostiene di aver ucciso in oltre due anni e mezzo milioni di russi, mentre Mosca dichiara di aver eliminato solo nel mese di maggio 43.000 soldati nemici. Un articolo del New York Times del 5 maggio, intitolato “DNA Tests and Strained Bodies,” riferisce che le perdite ucraine sono così elevate che non si riesce a comunicarle alle famiglie in tempi rapidi e le autorità non riescono a mantenere un conteggio affidabile. Molti soldati, rinvenuti cadaveri, risultano ancora nelle liste dei dispersi.

Quindi, è evidente che la situazione è catastrofica.

Sono in aumento anche i casi di resa di soldati ucraini. Al netto degli scambi che con cadenza periodica vengono effettuati dai belligeranti, secondo il canale telegram ucraino Resident sarebbero oltre 20.000 soldati ucraini prigionieri, mentre il canale ucraino War Tears ne calcola oltre 17.000, a fronte di soli 800 soldati russi e circa 5.000 separatisti del Donbass. Altre fonti riferiscono che attualmente gli ucraini riescono a ripianare con il reclutamento solo il 25% delle perdite subite, senza contare che i soldati che vengono ripianati sono male addestrati e spesso male equipaggiati.

Che le cose vadano male sul fronte militare per l’Ucraina lo confermerebbero anche le voci che circolano negli ambienti parlamentari di Kiev circa la probabile rimozione del capo delle forze armate. È una coperta sempre troppo corta per gli ucraini: togli unità da una parte, le metti da un’altra, indebolisci una parte di fronte e i russi penetrano. Soprattutto se poi hai 250.000 uomini soltanto, sparpagliati su un fronte lungo circa 2.000 km, è facile capire che il collasso è prossimo e si comprende perché nei pressi della NATO siano particolarmente agitati e stiano cominciando a pensare a soluzioni estreme.

Il disastro ucraino non è testimoniato soltanto dall’immane prezzo di vite umane gettato nel tritacarne del folle conflitto con la Russia, ma anche dalla situazione catastrofica dell’economia, ormai completamente dipendente dai continui sussidi esteri. L’Ucraina non è riuscita a raggiungere un accordo con un gruppo di obbligazionisti sulla ristrutturazione di circa 20 miliardi di dollari di debito internazionale, sollevando lo spettro che potrebbe andare in default se tale accordo non verrà raggiunto entro il primo agosto.

Gli obbligazionisti hanno rifiutato la proposta dell’Ucraina di ridurre il valore delle obbligazioni in valuta estera fino al 60%, ha detto lunedì il Ministero delle Finanze del Paese. Kiev si trova ad affrontare una scadenza ravvicinata per garantire la ristrutturazione del debito di cui ha bisogno per continuare a ricevere il piano di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale”.

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