Avv. Augusto Sinagra: durante la pandemia “omissioni e complicità da parte del potere politico, delle più alte istituzioni, della magistratura, dei giornalisti”

Il 28 maggio scorso, durante il Convegno OMS intitolato “Dalla pandemia al trattato pandemico” tenutosi a Roma, Augusto Sinagra ha rilasciato una dichiarazione che ha suscitato notevole scalpore e dibattito. L’ex magistrato ha espresso una posizione critica riguardo alla gestione della pandemia, definendola “falsa” e attribuendo la responsabilità a una “ singolare convergenza di omissioni e di complicità da parte del potere politico, da parte delle più alte istituzioni, non faccio il nome ma si capisce, da parte della magistratura, da parte dei giornalisti”.

Sinagra ha puntato il dito contro il potere politico, le istituzioni più alte del paese, la magistratura e i giornalisti, suggerendo che tutti questi attori abbiano contribuito alla cattiva gestione della crisi sanitaria.  Il suo discorso ha messo in luce un’accusa pesante: la connivenza tra questi gruppi avrebbe avuto delle motivazioni ben precise, non lasciando spazio all’idea di semplici errori o casualità.

Nel suo intervento, Sinagra ha sottolineato come, secondo una graduatoria internazionale aggiornata, l’Italia si trovi agli ultimi posti per quanto riguarda l’affidabilità della stampa, posizionandosi addirittura dopo l’Uganda. “C’è sempre un motivo in tutte le cose. Non è un caso che nella graduatoria internazionale aggiornata l’Italia, quanto ad attendibilità della stampa, viene dopo l’Uganda con tutto il rispetto per il popolo ugandese”, ha detto evidenziando il grave problema di credibilità dei media italiani.

Un punto particolarmente significativo del discorso è stato il riconoscimento del ruolo svolto dagli avvocati durante la pandemia. Sinagra ha lodato questa categoria professionale, affermando che sono stati gli unici a far fronte adeguatamente alla situazione. Tuttavia, ha anche precisato che il ruolo degli avvocati non è strettamente legato a un obbligo di azione, il che li rende meno soggetti a censura in caso di omissione, contrariamente ai magistrati che, secondo Sinagra, avrebbero mancato ai loro doveri.

Le parole di Sinagra rappresentano un’accusa severa e richiamano l’attenzione su possibili negligenze e complicità che avrebbero aggravato una crisi già complessa e difficile da gestire. La sua critica verso i media e le istituzioni italiane solleva interrogativi importanti sulla trasparenza, l’efficacia e la responsabilità nel contesto della pandemia.

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