Lotta alla disinformazione: “da costituzionalista quando leggo una disposizione come questa salto dalla sedia”, prof. Carmela Capolupo

“Io chiaramente da costituzionalista quando leggo una disposizione come questa (lotta alla disinformazione) salto dalla sedia”, denuncia la la costituzionalista costituzionalista Carmela Capolupo dell’Università Federico II di Napoli, durante l’evento di informazione sui nuovi contratti OMS (22 e 23 Marzo 2024 a Bolzano e Trento).

“Allora mi chiedo ma qual è l’autorità che decide cosa è informazione e cosa è disinformazione? Ma messo che esista un’autorità munita di tutti i titoli. E voglio dire, è un’autorità alla quale si riconosce il potere di stabilire per tutti noi e ovunque quali informazioni consentire. A questo punto io devo ritenere di non potermi mai più sottrarre a quella che è un’informazione unilaterale, la cui linea di confine con la propaganda poi è qual è.

Considerato che questo meccanismo è inutile che ce lo nascondiamo, è governato anche da interessi economici stratosferici. Giova a ricordare, perché a volte noi abbiamo la memoria corta, che durante la pandemia di Covid per la gestione dell’informazione l’OMS si avvalsa di collaborazioni con società di ricerca e in vari network. E molti di voi ricorderanno ancora che succedeva sui nostri monitor quando si andava a digitare la parola vaccini. Io ho subito varie espulsioni, credo, anche da vari social network.

Allora questa disposizione, per come è formulata, a me sembra un modo per dire istituzionalizziamo quello che abbiamo già provato sul campo, lo formalizziamo, lo ingessiamo, lo mettiamo nell’armatura di una regola così siamo sicuri che così ci rimane.

Ma non è questo, diciamo, l’unico problema che fa saltare dalla sedia il costituzionalista. C’è anche una questione più seria, diciamo.

Il nuovo regolamento sanitario internazionale affida agli Stati, tra gli altri, il compito di condurre ricerche e mettere in campo politiche sui fattori che ostacolano l’adesione alle misure sociali e sanitarie. Questa cosa, queste diciamo banali parole, denotano in realtà una criticità che attraversa trasversalmente sia la filosofia, non le singole disposizioni, e questa è un’espressione che ci fa capire qual è la filosofia di base di questo percorso ed è una filosofia assolutamente incompatibile con quanto la nostra Costituzione detta sul diritto alla salute per almeno due ordini di motivi: informazione e ovviamente autodeterminazione in campo sanitario perché non è che l’informazione sanitaria è fine a se stessa.

Noi dobbiamo essere informati per autodeterminarci, dobbiamo essere informati per decidere della nostra vita.

Questa banale disposizione di quattro righe denota uno sbilanciamento abnorme e per noi intollerabile tra la dimensione individuale del diritto alla salute e la dimensione collettiva, ed è uno squilibrio che caratterizza tutta l’impalcatura di questo lavoro“.

Fonte

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