La guerra è anche cognitiva e passa dalla censura, dallo zittire i giornalisti critici

“La Nato sta prendendo nota della totale assenza di reazione da parte dei governi e da parte sono già crollati tutti i tabù, siamo pronti, siamo cotti a puntino”, denuncia Giogo Bianchi.

“D’ora in avanti sanno che potranno agire contro i loro nemici in quanto l’opinione pubblica è stordita e i nemici sono stati completamente disumanizzati e la parte dell’opinione pubblica controllata dalla propaganda, controllata dalla Nato può essere tranquillamente aizzata nei confronti di queste minoranze e la stessa sorta potrà accadere in maniera più su una scala diversa contro i paesi non allineati. Stanno preparando gli scenari sul campo, mentre nel frattempo preparano la nostra testa.

E’ una doppia guerra, c’è la guerra sul campo e la guerra cognitiva e la guerra cognitiva non è assolutamente cioè l’una propedeutica all’altra.

Hanno censurato i canali di informazione russi in tutta Europa, silenzio da parte dell’opinione pubblica, un’operazione di censura inaudita, mai vista, ingiustificata e ovviamente nessuno ha detto niente. Anche lì questa è guerra nei confronti della nostra coscienza.

Censurano noi continuamente qui sul web, ci limitano, ci impediscono la monetizzazione dei canali, limitano la circolazione dei nostri contenuti. A me risulta che non arrivino le notifiche da parte di YouTube dei nostri post non hanno di fatto circolazione perché vengono eliminati a monte, non abbiamo spazi assolutamente nel mainstream, se li otteniamo è semplicemente per ridicolizzarci, ci tolgono le sale quando cerchiamo di organizzare eventi in presenza, insomma, e da parte dell’opinione pubblica, da parte delle istituzioni, da parte della giustizia, silenzio, non avviene nulla.

Enrico Borghi, l’abbiamo visto capogruppo al Senato d’Italia Viva, in pratica cerca, vuole istituire una sorta di ministero della verità di Orwelliana memoria, silenzio, nessuno dice niente.

Israele si appresta a provare una legge che limiti l’operato delle televisioni straniere sul proprio territorio e nessuno dice niente, ancora qualcuno la considera l’unica democrazia del Medio Oriente. Da questo momento noi sappiamo per certo che chi parla da Tel Aviv, delle televisioni straniere, fa propaganda israeliana, altrimenti non potrebbe essere lì, altrimenti sarebbe cacciato via come sta per essere cacciata via al Jaseera, l’emittente del Qatar.

In Ucraina non esiste un’opposizione, ci sono stati, l’abbiamo visto ieri, omicidi mirati di giornalisti in un numero spropositato, si arriva a circa 40, sono stati chiusi i partiti di opposizione, sono stati intimiditi, attacchi con l’acido nei confronti dei dissidenti e nessuno dice niente.

Stesso discorso dicasi per i paesi baltici dove i russofoni di fatto non hanno cittadinanza, sono esclusi dalla vita civile e nessuno ha avuto nulla da eccepire.

Di fatto si sta praticando una forma sottile di apartheid nei confronti dei russi e anche qui silenzio. Abbiamo visto qualche giorno fa che una donna è stata licenziata a Londra semplicemente perché aveva fatto una foto, si era ritratta mentre votava per Putin e nessuno ha avuto nulla da eccepire, esattamente come è avvenuto durante la pandemia. Anche lì hanno capito che eravamo pronti, è stato praticato l’apartheid, sono state praticate discriminazioni violente, barbare, la gente è stata privata della possibilità di lavorare e quindi di sostentarsi e nessuno ha avuto niente da eccepire.

Lo capite quindi come operano? Cioè loro prima preparano la testa delle persone. Questa è un’operazione di guerra cognitiva. Hanno riprogrammato le nostre teste per accettare cose che solo fino anni fa sarebbero state inaccettabili. Prima di prepararsi sul campo si preparano ben bene nelle nostre teste.”

 

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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