Le denunce vengono archiviate “su mera opinione personale del pubblico ministero incaricato”, da quando è stata tolta la titolarità dell’indagine alla polizia giudiziaria

La denuncia arriva da Antonio Porto, Segretario Generale Nozionale di O.S.A. Polizia, durante il Convegno Verità e Giustizia a Bassano del Grappa.

Ci sono “archiviazioni non fondata su elementi tratti da un’indagine di polizia giudiziaria, ma su mera opinione personale del pubblico ministero incaricato. La giustizia così non funzionerà mai, non andrà mai avanti.

Per fare questo hanno fatto un golpe giuridico del 1989.

Ad oggi siamo l’unico Stato al mondo tra i Paesi democratici e civili in cui la titolarità di indagine di polizia giudiziaria, ovvero il capo, il dominus, l’attaccante, l’attore protagonista delle indagini non è la polizia giudiziaria o uomini del potere esecutivo, ma il pubblico ministero, uomo del potere giudiziario.

Una stortura tutta italiana che non trova pari in altri ordinamenti.

La polizia, oltre ai compiti generici di prevenzione, ha anche il compito di reprimere i reati e la repressione avviene attraverso articolate e complesse attività di indagini.

Soltanto in Italia, affidata dal 1989 in poi, è stato consentito ai componenti del potere giuridico, il PM, attraverso norme attualmente costituite nel Codice delle procedure penale, di assurgere a titolari delle indagini di polizia giudiziaria, così appropriandosi ingiustamente della gestione delle forze dell’ordine, che di fatto sono poste alle loro dipendenze funzionali.

Una visione distorta delle competenze di poteri, laddove il potere giudiziario, il PM, rincorre i criminali sostituendosi di fatto alla polizia giudiziaria, anziché limitarsi, come succede in tutti gli altri ordinamenti, a giudicare le guardie ed i ladri, in modo da accertare se l’uno o gli altri hanno tenuto comportamenti contro l’EGEM.

Attualmente si verifica una condizione imbarazzante in cui il PM, appartenente al potere giudiziario, tradisce la separazione dei poteri e anche la sua autonomia e la sua indipendenza, intromettendosi nelle indagini di polizia giudiziaria, e mi viene da dire tutti insieme appassionatamente.

Quindi due facce della stessa medaglia che finiscono per comprimere e reprimere le funzioni delle forze dell’ordine.

Le forze dell’ordine, ognuno per quanto di specifica competenza, conoscono bene quali sono i propri compiti e funzioni e non hanno bisogno di perdere tempo nell’aspettare un terzo, con cui non si ha alcun rapporto né sporadico né di circostanza, che dica alla Polizia giudiziaria di fare ciò che già la Polizia giudiziaria avrebbe dovuto fare. Abbiamo una Ferrari parcheggiata con le quattro frecce accese.

Le indagini, in sintesi, devono tornare ad essere prerogativa del Governo, potere esecutivo, e ciò può avvenire con una piccola modifica, a maggioranza, semplice del codice dei procedura penale, ponendo il PM finalmente in una situazione di eguaglianza nei confronti dell’Avvocato di difesa.

È una riforma a costo zero, quella di riportare la Polizia giudiziaria come in tutto il mondo, perché solo in Italia funziona così.

Montesquieu, a cui la nostra magistratura e il nostro Stato si ispira, disse che non vi è libertà se il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo e dell’esecutivo. Se fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario. Infatti il giudice sarebbe il legislatore. Se fosse unito al potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore.

Pertanto, alla luce di quanto accaduto in 1989, la libertà degli italiani è stata compromessa, poiché si è consentito al potere giudiziario di scrivere il nuovo codice di procedura penale, da giudice a legislatore.

Volendo riprendere ancora una volta la parola del filosofo Montesquieu, c’è un solo modo per tornare ad essere un Paese libero e civile, e cioè il potere arresti il potere, ovvero perché non si possa abusare del potere bisogna che, a disposizione delle cose, il potere arresti il potere. Che il futuro ci sia amico”.

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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