Ho chiesto agli agricoltori: “lavori 20 ore al giorno, 7 giorni su 7 per 700 euro, 800 euro al mese. Ma e perché fai questo?” La domanda del fondatore di IppocrateOrg

“Sull’alimentazione preferisco andare o dal contadino o dal piccolo negozietto o dal fruttivendolo di fiducia che so dove va a coltivare i suoi prodotti, ovviamente cerco di trovare i prodotti di altissima qualità, magari che non vengono realizzati con una catena industriale, ma li sono anche numerati e a volte indisponibili e soprattutto cercando anche di mangiare secondo stagione, cose che tanti italiani sono dimenticati”, spiega Mauro Rango, il fondatore di Ippocrate.org.

“Ho voluto conoscere qualcuna di queste e gli ho chiesto proprio ma tu perché fai questo? Cioè tu lavori 20 ore al giorno, 7 giorni su 7 e quanti soldi ti porti a casa a fine mese? 700 euro, 800 euro. Ma hai famiglia, devi far crescere i figli? Sì, e non ce la facciamo.

Ma e perché fai questo? Perché ci credo, perché credo nell’uomo, credo nella salute, credo che le cose vadano fatte in un certo modo. Queste sono le risposte che mi hanno dato.

Io pensavo, ti dico ho vissuto 22 anni in Africa, prima di partire c’erano queste realtà, pensavo fossero scomparse, che non ci fossero più, ce ne sono ancora e là dove ci sono queste realtà stiamo portando gente, la prossima è in una risaia in Piemonte dove utilizzano ancora grani antichi e ancora riso antico, oltre che essere biodinamici.

Biodinamici vuol dire nessun utilizzo di pesticidi, nessun utilizzo di erbicidi, vuol dire nessun utilizzo di nulla. E dove quando tu prendi il riso lo mangi a sapore.

Altre realtà dove producono verdura e se fai minestrone entri in cucina e come quando ero piccolo senti il profumo del minestrone. Oggi qualunque cosa che compri nei negozi non ha più ne profumo ne sapore. Fidiamoci anche del nostro odorato, fidiamoci del nostro gusto perché questo ci guida.

Quando qualcosa non sa di nulla, quando dobbiamo metterci tanto sale, tanto olio perché la lattuga sappia di qualcosa, perché non sa di nulla, sa di plastica, ecco lì vuol dire che le tecniche di coltivazione sono tecniche ad alto sfruttamento, vuol dire che sono stati usati anche pesticidi, sapete che l’agricoltura biologica ha allargato ancora l’elenco dei pesticidi utilizzabili in agricoltura biologica, per cui la situazione è questa.

Noi adesso stiamo andando a un sistema di qualità di autocertificazione visitando e facendo visitare dai nostri referenti del Tribunale per il benessere tutte le realtà che vogliono candidarsi a questo e su questo perseguiamo uno standard elevatissimo, cioè ci deve essere non solo l’elemento sano di alta qualità perché non ci sono semi modificati geneticamente perché la coltivazione è biodinamica, perché il prodotto è altro prodotto, ma anche andiamo a vedere il processo con cui viene lavorato, quindi non deve entrare in contatto con FAS, non deve entrare in contatto con altre plastiche, non deve essere processato con contaminanti di vario tipo e insomma controlliamo veramente tutta la catena in modo da provare a garantire qualcosa ancora di sano. è rimasto poca roba, poche aziende, ma ci sono e ci sono tutte persone che vogliono combattere per mantenere questa cosa ancora viva”.

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