La comunicazione prima delle guerre mondiali era la stessa di oggi, l’analisi di Giorgio Bianchi

“Oggi noi stiamo andando, in realtà già ci siamo dentro a uno scenario di guerra”, denuncia Giorgio Bianchi.

“Se voi andate e vi vedete le cause della prima guerra mondiale, le cause della seconda guerra mondiale, se andate ad analizzare quello che avveniva in quelle società immediatamente prima che accadessero queste catastrofi, voi vedrete che i media, i politici, gli influencer, i cosiddetti intellettuali stavano facendo esattamente quello che stanno facendo oggi i nostri media, i nostri politici, i nostri intellettuali.

Cioè quello che prima era assurdo a seguito dell’apertura di diverse finestre di Overton, questo termine che oramai è entrato nel linguaggio comune, è diventato normale, è diventato accettabile.

Si parla di armi nucleari, si accetta un genocidio come quello che sta avvenendo in Palestina con no scialanze, come se niente fosse. Si parla di possibile invasione dell’Europa, si parla del nuovo Hitler, e qualsiasi circostanza viene utilizzata per riaccendere il fuoco, vedi adesso la morte di Navalny, in cui è già stato imputato Putin, ed è stato un evento che è servito esclusivamente per riaccendere tutta la macchina della propaganda.

La domanda che io pongo, ma io la risposta già me la sono data, è tutto questo tam-tam di guerra dove porta? Porta alla guerra, inevitabilmente, e voi vi trovate un’opinione pubblica che è già preparata la guerra, che è già introiettato un certo modo.

Noi abbiamo tre direttrici di guerra,

  1. una direttrice è in mano all’Europa Occidentale ed è la guerra contro la Russia, perché anche Trump ha parlato, io fermo il conflitto, ma con le sanzioni che fai? Hai detto una parola sulle sanzioni, le toglierai le sanzioni o le arresterai? Le sanzioni è un atto di guerra, è un assedio, quindi la Russia rimarrà sotto assedio anche se non minacciata direttamente, quello che accadde in Palestina,
  2. la direttrice è l’Iran e la guerra all’Iran probabilmente la farà Israele che è un fortino riempito di carne da cannone dell’Occidente in Medio Oriente
  3. e poi c’è l’Estremo Oriente, la Cina, ne ha parlato Stoltenberg pochi giorni fa dicendo che la Cina va rimessa al suo posto, l’ha detto Bannon recentemente in un’intervista che è riportata puntualmente da Francesco al Controcanto e lì abbiamo il patto AUKUS, quindi tre direttrici e un mondo che va dritto sparato verso un conflitto su larga scala.

 “Tutto sta andando in una determinata direzione, l’abbiamo visto durante la pandemia, anche lì è stato utilizzato un linguaggio che tutti noi potremmo definire un linguaggio bellico, la guerra alla pandemia, bisogna combattere una guerra contro la pandemia.

Come disse Pregiasco, chi non si vaccina è come un disertore e andrebbe fucilato, i dissenzienti sono inquadrati come terroristi interni, con delle categorie denigratorie. E poi per non parlare delle zone rosse, del coprifuoco, cioè tutto linguaggio bellico e anche gli atteggiamenti che doveva assumere la popolazione ricordano un po’ quel tipo di movimenti che si fanno durante il Carr, durante l’addestramento delle regole, cioè tutto un qualcosa che non ha un senso pratico ma viene fatto semplicemente per annientare l’individualità, annientare la volontà e abituare le persone ad eseguire ordini, tant’è che oggi con una velocità incredibile noi ci troviamo di fronte a delle ipotesi.

Noi per esempio durante la pandemia dicevo con largo anticipo guardate che questi fra un po’ faranno lavorare solo quelli che avranno la certificazione vaccinale o manderanno a scuola solo i bambini che hanno la certificazione vaccinale. Ebbene, trovavo gente che mi dava del complottista, ma che stai dicendo sono idiossia, non accadrà mai. Poi quando accade queste persone erano già pronte e avevano già accolto questi provvedimenti e le avranno fatti i provi, cioè quindi un mese prima mi dicevi che era assurdo, un mese dopo è giusto. Cioè quindi voi pensate con quanta rapidità galoppa la propaganda, no?”

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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