Reazioni avverse: “la comunità medico-scientifica non ha assolutamente voglia di fare luce su quanto è accaduto e sta accadendo”, Giovanni Frajese

“La ricerca scientifica e medico-scientifica non ha assolutamente voglia di mettere luce su quanto è accaduto e quanto sta accadendo”, denuncia Giovanni Frajese parlando degli effetti avversi dei vaccini contro il Covid.

“Probabilmente perché le implicazioni del coinvolgimento stesso di gran parte dei personaggi e rende difficile avere uno sguardo oggettivo, ma a livello scientifico è necessario che questo accada comunque, anche perché la verità ha quella fastidiosa caratteristica che seppur ignorata rimane sempre quella, mentre c’è un’intera classe fatta di migliaia di cittadini e con cittadini non solo in Italia ma anche nel resto del mondo che sono stati danneggiati da questi prodotti, che vengono ancora oggi derubricati a patologie mentali dalla maggior parte dei colleghi e trattati con psicofarmaci, mentre sono state pubblicate in letteratura oramai decine di articoli che correlano proprio la presenza della spike come indicatore di una patologia stessa.

Le domande più importanti, soprattutto in relazione a quello che è stato fatto alle donne incinte e ai bambini, cioè il fatto di sapere se il prodotto sia genotossico oppure se sia possibile in qualche maniera una interazione con lo sviluppo dei tumori, cosa sulla quale oramai abbiamo svariati indizi purtroppo che possa essere così, ancora ad oggi mancano. Ma ancora di più sono usciti in letteratura due articoli, anzi un articolo su Nature che ci informava che nel 30-40% dei casi al posto di produrre la spike queste sequenze mRNA producono un altro tipo di proteina e quindi una protezione contro qualcosa che in realtà con il Covid non c’entra niente.

Questo è un dato da laboratorio, chiaramente che doveva essere ben presente in letteratura prima di inocularlo nelle persone, anche perché non capisco come si faccia pubblicarlo seppur su una rivista così prestigiosa a due anni dopo averlo inoculato in miliardi di persone.
Il secondo fattore, quello più importante di tutti: all’interno di questo prodotto era presente una quantità di DNA circolare plasmidico che non doveva esserci. La presenza di questo DNA fa diventare il problema degli studi non fatti semplicemente gigantesco perché una cosa è parlare di possibile retrotrascrizione dell’RNA sul DNA, quindi una modifica del nostro DNA che è discutibile.
Altro discorso è la presenza di un DNA circolare che non doveva esserci in aggiunta con un particolare altro elemento che si chiama il promotore dell’SV40 che serve proprio a facilitare l’interazione con il genoma.
Questi due elementi associati al fatto per esempio che la biodistribuzione sappiamo già che andava fine nelle ovaie, accendono in realtà delle luci che sono non gialle ma sono rosse di preoccupazione di quello che è successo e di ciò che ancora oggi non stiamo guardando.
Sono  francamente sgomento quando ancora oggi vedo la gran parte della comunità scientifica ignorare quando, diciamo, dati di questa rilevanza che potrebbero essere di portata più che storica vengono semplicemente ignorati”.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

Leggi le ultime notizie su www.presskit.it

Può interessarti anche: I consulenti nominati dai governi per il Covid, non erano indipendenti, The British Medical Journal

Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it

Seguici su Sfero: https://sfero.me/users/presskit-quotidiano-on-line

Seguici su Telegram https://t.me/presskit

Copiate l’articolo, se volete, vi chiediamo solo di mettere un link al pezzo originale.

Altri articoli interessanti

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com