Ztl Roma: le centrali che sforano limiti di inquinamento sono 2, una sola nella Ztl stessa

Lo ha detto lo stesso Comune di Roma dopo un’interrogazione dell’avv. Matteo Vincenzo Cartolano, in un recente convegno sull’argomento.

“Ho interrogato il Comune di Roma con una richiesta generalizzata di accesso agli atti rispetto all’ordinanza 76 del 2023, un’ordinanza approvata il 30 giugno, quando tutti ovviamente si preparano alle vacanze, perché i noti provvedimenti, mi si è concesso questa critica un po’ populistica, però come ogni critica populistica c’è un fondamento di verità, i peggiori provvedimenti o meno, i più rilevanti provvedimenti vengono sempre adottati in occasione delle feste”, ha detto in un recente convegno sulle Ztl.

“Questa ordinanza, che è un’ordinanza diciamo ancora più restrittiva e di chiusura rispetto al pacchetto, senza entrare troppo nel merito, rispetto al pacchetto di veicoli che è ammesso o inibito alla circolazione è un’ordinanza rispetto alla quale il Comune di Roma, non è un’opinione, leggo la risposta del Comune di Roma, tra l’altro non del Comune di Roma, del Dipartimento ciclo rifiuti e già qui si potrebbe effettuare una valutazione, cioè i Dipartimenti rispetto alla mia richiesta di accesso agli atti, ovviamente mandata in via generale, generalizzata, non voglio dire spannata tutte le pecche del comune, ma più o meno insomma siamo lì. Tutti gli altri dipartimenti che in teoria avrebbero dovuto essere interessati dall’adozione di questa ordinanza, o quantomeno che avrebbero dovuto fornire una giustificazione, si sono affrettati in circa due o tre ore a rispondere per pecca a dire noi non c’entriamo niente.

Sembrava che questa ordinanza fosse piovuta dal cielo? In realtà poi mi risponde il Dipartimento Ciclo Rifiuti, intestandosene l’adozione. E mi risponde dicendo, a riguardo si comunica che gli atti richiesti sono quelli citati nelle premesse dell’ordinanza stessa, liberamente visualizzabili e scaricabili dal sito istituzionale di Roma Capitale e nel sito istituzionale della Regione Lazio, sezione aria.

Quindi il Comune, per via del Dipartimento di Ciclo di rifiuti, mi risponde dicendo che non ci sono documenti, fra virgolette, riservati per cui valeva la pena fare la richiesta di accesso agli atti, ma che semplicemente i dati tecnici su cui è stata adottata quell’ordinanza sono dati tecnici pubblici e scaricabili da internet. E noi siamo andati, ovviamente siamo andati su internet e tramite il supporto tecnico nell’ambito di un’organizzazione politica a cui non faccio mistero di essere legato, tramite il supporto tecnico redatto da due il dottor Roberto Di Marco, l’ingegnere Roberto Di Marco e Gaetano Mungari, abbiamo ricostruito tutti quelli che sono i dati della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle zone all’interno del Comune di Roma.

Tutte le emissioni calcolate sulla base di due parametri, il biossido d’azioto e il PM10, negli ultimi cinque, sei anni sono letteralmente in caduta libera, rimangono soltanto due zone nel contesto UT, diciamo urbano-traffico, che sono interessate da sforamenti rispetto al limite di 40 microgrammi per metro cubo.

Uno è Fiumicino, che ovviamente non è interessato alle ZTL e che si suppone, il livello di inquinamento si suppone che possa essere ovviamente influenzato dagli aeri.

La seconda centralina che sfora spesso, non dico continuamente, ma spesso i limiti, è quella di Eur fermi. Al netto di queste centraline, tutte le altre centraline del Comune di Roma sono sotto il limite di 40.

Ecco perché io ho introdotto questa parte dicendo la sostenibilità giuridica. Ora non voglio essere troppo pesante, però non vorrei, sempre con riferimento ai che si ripercorresse una sorta di discrazia tra il dato scientifico e quello normativo.

Come negli anni passati, Donatella mi concederà questo paragone, si è utilizzata una prescrizione farmaceutica relativa al Covid e poi trasformata in tutela da SARS-CoV-2, qualcuno ha anche parlato e vergato nelle denunce l’ipotesi di falso idrologico del pubblico ufficiale, io credo, ancora è troppo presto per utilizzare una terminologia di questo tipo, non mi permettere mai, però io credo che il Comune debba dare delle risposte più approfondite sul perché ritiene di installare dei controlli così limitativi della libertà personale a fronte di dati scientifici che non sono coerenti con la natura restrittiva di quei controlli, ma anzi la smentiscono, totalmente o quasi totalmente.

Detto ciò, io ritengo che siamo anche in questa situazione in piena assenza dei presupposti tecnico-scientifici, che anche un dato singolare, cioè un altro dato singolare che vada valutato, che molto spesso alcune persone, alcuni di noi, da un punto di vista linguistico, mettono in secondo ordine, quando i provvedimenti vengono adottati con un inglesismo o con la classica terminologia inglese, si cerca di ammantare, di modernismo, quella che invece è una situazione potenziale di danno alla collettività. Capita spesso. Ora se noi mettiamo in file provvedimenti Green Pass, Smart City, congestion chart, noi andiamo a vedere che i provvedimenti in realtà incidono pesantemente sui diritti individuali e anche sui diritti collettivi e quindi quell’effetto positivo che è, fra virgolette, introdotto e anche un po’ nascosto allo stesso tempo dal neologismo, in realtà si può potenzialmente convertire in un effetto negativo”.

Qui trovate il convegno completo: https://www.youtube.com/watch?v=-xiNHo3tx4U

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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