Violenza negli ospedali: “l’esasperazione ed il disagio eccessivo possono sfociare facilmente in un atto ai limiti della civiltà, anche se la violenza non è mai giustificata”, avv. Teresa Rocco

“Assistiamo sempre più spesso ad episodi di violenza all’interno degli ospedali contro il personale. I pronto soccorso sono allo stremo, si continua a blaterare di rinforzare il sistema sanitario, devastato dalla carenza di personale”, scrive l’avv. Teresa Rocco di Avvocati Liberi.

“Il fenomeno non è certamente una novità e i costanti tagli alla sanità attuati dai governi susseguitisi negli anni ne sono la causa. La pandemia ha dato il colpo di grazia.

I giornali si limitano, salvo casi particolari, ad evidenziare l’atto di violenza e le lamentele del personale sanitario, senza analizzare le motivazioni che hanno spinto a gesti estremi, quasi a voler attribuire tutta la responsabilità ai cittadini “impazziti”.

La violenza non è mai giustificata, ma l’esasperazione ed il disagio eccessivo possono sfociare facilmente in un atto ai limiti della civiltà.
A ciò si aggiunga che il ricorso al servizio sanitario privato ha dei costi quasi insostenibili per le famiglie e, dunque, lo stato d’animo dei pazienti non può che essere connotato da rabbia e frustrazione.

Altro aspetto importante è la carenza di medicinali che ha avuto un’impennata vertiginosa, come segnalato dal recente Rapporto annuale del Pgeu (Pharmaceutical Group of the European Union).

L’indagine segnala un netto peggioramento della situazione rispetto agli anni precedenti per diversi paesi, e l’Italia non fa eccezione.

“Dagli antibiotici ai farmaci cardiovascolari e respiratori fino a quelli contro il diabete e alcuni antitumorali: continua la carenza di parte dei medicinali in molti Paesi europei, compresa l’Italia. Tra le cause ci sarebbe la carenza di materie prime (da India e Cina) ma anche il boom della domanda dopo il COVID e anche i prezzi troppo bassi di alcuni farmaci che non li rendono più attrattivi per le aziende (è il caso soprattutto degli antibiotici)” come si legge sul Sole24ore.

L’affermazione che ci sia stato il boom della domanda di cure dopo il COVID è buttata lì per caso, per fare passare che sia accettabile e naturale che questo accada. Ma perché c’è stata l’impennata non è dato saperlo in quanto “dopo il COVID” non significa assolutamente nulla.

Stiamo affrontando una crisi sanitaria senza precedenti e ci si preoccupa solo di tamponare gli effetti che ne scaturiscono trascurando invece la cosa fondamentale: perché sta accadendo?

Sia il fenomeno di violenza nelle strutture sanitarie, che la carenza di farmaci, hanno in comune proprio l’innalzamento della domanda di cure.

Ciascuno creda ciò che vuole e tragga le conclusioni più opportune, dato che su questo la “scienzah” non risponde, e se lo fa non è onesta.

Una cosa è certa, se le persone stanno male è normale pensare che si rivolgano ai medici e prendano le medicine, ma se lo fanno tutti contemporaneamente, qualunque struttura non reggerà l’affluenza e nessuna produzione farmaceutica riuscirà a coprirne il fabbisogno”.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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