“C’è un gap logico evidente, cioè se la tazza è sul possesso non si capisce perché deve andare alla RAI, dovrebbe essere spalmata equamente su tutti i colori i quali riempiono di contenuti l’hardware diciamo cioè quella apparecchio“, commenta il Canone Rai l’avv. Mauro Sandri.
“È già stata oggetto di alcuni tentativi da parte di colleghi, la demolizione del canone Rai, ma adesso consentitemi una battuta fuori ci vorrebbe un cannone contro Rai, questo non verrebbe più che un canone, ma al di là di questa situazione certamente è una tassa che ha una valenza incostituzionale in Re ipsa, perché agganciarsi ad un reggio de decreto del 1938 che prevede una imposta sul possesso di un oggetto e dirottare il denaro di quell’oggetto che ha altri contenitori al suo interno oltre che la Rai è evidente che è una assurdità in termini di uguaglianza, quindi bisognerebbe che effettivamente tutti i network privati insorgessero e lamentassero questa violazione costituzionale.
Poi è chiaro che la RAI ha un problema di di fondo, essendo la voce dei partiti, non della politica che in Italia non esiste più, essendo la voce dei partiti sappiamo che è oggetto di lottizzazione continua e quindi è interesse che venga ovviamente a essere anche finanziata perché è la cinghia di trasmissione del maestro.
Troviamo anche che la RAI fa pubblicità perché una volta si diceva che il canone doveva andare a servire a coprire quello che non si faceva con la pubblicità, poi ha aggiunto anche la pubblicità e quindi ha Canone e pubblicità insieme.
Oggi è insostenibile dal punto di vista logico, giuridico e di diritti fondamentali quindi si augura che ovviamente ci sia uno sviluppo anche di diverso che non sia solo quello di questa misera tuttavia utile perché va di rotata su bio blu ovviamente questo taglio può diventare utile se viene riutilizzato”.
Qui trovate l’intervento dell’avvocato: https://t.me/Avv_Mauro_Sandri_MODULI/3317
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