Le variazioni della temperatura terrestre dipendono dalla copertura nuvolosa non dalla CO2, Scientific Reports

Un uovo studio apparso su Scientific Reports, una rivista del gruppo Nature, conferma, se ce ne fosse bisogno che il cambiamento della temperatura terrestre (+0,5° negli ultimi 40 anni) dipende dalla copertura nuvolosa della Terra, non dai livelli di CO2. “Utilizzando metodi di analisi abbastanza sofisticati, e senza coinvolgere il livello della CO2 atmosferica, gli autori dimostrano che negli ultimi 40 anni la quantità di radiazione a onda corta (SW) arrivata sul suolo del nostro pianeta (proveniente quindi dal sole) avrebbe variato in modo significativo a causa di un cambiamento significativo nella quantità di nuvole. I risultati ottenuti suggeriscono quindi che il leggero riscaldamento globale osservato negli ultimi 40 anni (come promemoria, inferiore a 0,5°C) non sarebbe causato da una variazione dei livelli di CO2 ma semplicemente da cambiamenti nella copertura nuvolosa”, spiega Science Clima Energie.

“Utilizzando il database ISCCP, gli autori hanno analizzato i cambiamenti nella quantità di nuvole in tutto il mondo ogni 3 ore. Le loro analisi statistiche suggeriscono che la quantità di radiazione SW è effettivamente legata alla quantità di nuvole. Gli autori sostengono quindi l’idea che le nuvole e l’albedo, che in ultima analisi determinano la radiazione SW, siano le variabili più importanti nello spiegare l’attuale cambiamento climatico, in linea con precedenti ricerche sulle variazioni della copertura degli stratocumuli”.

“Una volta raggiunta la Terra, parte della radiazione solare viene riflessa dalle nuvole e dalla superficie sotto forma di radiazione a lunghezza d’onda corta (SW). I cambiamenti nella distribuzione delle nubi o nell’albedo superficiale influenzano quindi questo flusso e modificano l’equilibrio”, spiega Nature. “Negli ultimi quattro decenni, i cambiamenti nella distribuzione delle nubi di bassa quota come gli stratocumuli subtropicali sono stati di grande importanza perché queste nubi hanno la capacità di riflettere grandi quantità di radiazione nello spazio ma non riducono significativamente la radiazione terrestre in uscita. .

Gli autori ricordano nel loro articolo che il resto della radiazione viene assorbita dall’atmosfera o passa sulla superficie terrestre, e il calore generato da questo assorbimento viene poi emesso sotto forma di radiazione a lunghezza d’onda lunga (LW). I cambiamenti nella composizione chimica dell’atmosfera o nella temperatura degli oceani possono influenzare questo flusso nel breve e nel lungo termine. Ma in generale, qualsiasi disturbo della radiazione a lunghezza d’onda corta o lunga causerà uno squilibrio energetico con un impatto diretto sulla dinamica del sistema Terra. Si noti qui che gli autori dell’articolo non menzionano la convezione o l’evaporazione dell’acqua dell’oceano”.

Qui lo studio di Scientific Reports: https://www.nature.com/articles/s41598-020-57917-8

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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