Ucraina: “una guerra tra la realtà delle armi e la fumosità dello storytelling”, Giorgio Bianchi

Ucraina: questa è “una guerra tra la realtà delle armi e la fumosità dello storytelling”, commenta Giorgio Bianchi a 100 giorni da Leoni.

“Da un lato avevamo le armi russe e dall’altro lato avevamo lo storytelling occidentale, coadiuvato dalle sanzioni che anche esso sono pensiero magico, così come il fatto che l’Ucraina avrebbe potuto vincere sostenuta dalla NATO, oggi abbiamo visto che sia l’una che l’altra cosa si sono rivelate del tutto inefficaci e che tutto quello che è stato detto era semplicemente un cumulo di menzogni e oggi bisogna raccogliere i cocci di un paese distrutto che si è affidato della NATO come hanno fatto tanti paesi prima di lui con il medesimo risultato. Adesso voglio capire chi in futuro si fiderà ancora della Nato. Probabilmente una grande parte degli italiani”.

La fantomatica controffensiva ucraina si è spenta e si è risolta sostanzialmente nel nulla e adesso nonostante le condizioni avverse, appunto il freddo e nonostante fino a poco tempo fa c’era fango dappertutto, adesso il terreno comincia a gelare, i russi sono passati al contrattacco ponendo gli ucraini insomma in un’ennesima situazione di difficoltà, di una nuova Bacmut. È stata recentemente ripresa Marinka che era una città cittadina sud-ovest dove oramai non è rimasto in piedi quasi più nulla.

Diciamo che la situazione per Zelensky si fa veramente difficile, se non addirittura insostenibile, insomma viene mollato un po’ da tutti.

Noi vediamo Biden che dice che sarebbe folle non sostenere l’Ucraina al massacro con centinaia di migliaia di morti, di mutilati, di profughi, insomma, un paese completamente svuotato sull’orlo del collasso economico, anzi di fatto tenuto in vita dai macchinari dei fondi che arrivano ancora per il momento, fina quando che poi come ha testimoniato recentemente Tucker Carlson in un’importante intervista poi alla fine si tratta semplicemente di una partita di giro perché gli americani prestano i soldi agli ucraini che poi li restituiscono al complesso militare industriale sotto forma di acquisto di armamenti quindi poi alla fine ti presto i soldi affinché tu mi ridia in modo tale che io possa finanziare la mia macchina bellica. Gli Stati Uniti da tutto questo hanno incassato circa 52.2 miliardi di dollari di gas venduti all’Europa, quindi dal punto di vista loro va tutto benissimo, dal punto di vista degli ucraini va tutto malissimo, dal punto di vista dell’Europa va tutto malissimo perché l’Europa è in recessione, dal punto di vista dei russi va tutto benissimo perché stanno raggiungendo gli obiettivi che si erano prefissati, la loro economia spinta da questo New Deal bellico si è stabilizzata e sono giunti quasi alla piena occupazione, Putin si è rafforzato sia sul fronte esterno perché ha dimostrato al mondo che è possibile un’alternativa all’ordine basato sulle regole, tra mille virgolette, degli Stati Uniti. Abbiamo visto il suo ingresso negli Emirati Arabi con, tra l’altro, uno sfoggio di capacità quindi arrivando lì con un volo scortato da un caccia completamente armato, cosa molto difficile senza serbatoi aggiuntivi, tra l’altro dando anche un messaggio perché in genere un caccia armato non può, straniero, non può entrare nello spazio aereo di un altro paese, a meno che questo paese non sia un alleato, in genere una volta entrato in quello spazio aereo si viene scortati dai caccia locali, invece Putin è arrivato scortato da un caccia russo armato e poi c’è stato anche uno sfoggio con esibizioni in volo, la bandiera russa, quindi anche quell’altra storia che ci era stata raccontato dai nostri media che la Russia fosse isolata, che sarebbe capitolata a breve, sarebbe stata piegata dalle sanzioni e quant’altro, insomma, si è rivelata un pensiero magico….”, uno storytelling, per dirla con il gergo dei pubblicitari.

Qui l’intervista integrale: https://www.youtube.com/watch?v=2kTu_IzfZhg

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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