Con soli 33 voti contrari passa il super green pass per lavorare. Sono passati due anni

“Votammo contro in 33 su una Camera che all’epoca ne aveva 630 di componenti”, ricorda il senatore Claudio Borghi alla 20ª Giornata per ricordare le persone decedute o rese disabili dai vaccini, tenutasi in senato, il cui video è stato censurato da YouTube e pubblicato successivamente dallo stesso senatore.

“Vero è che in tanti hanno preferito stare a casa,

Partecipazione al voto

…quindi non è che gli altri hanno tutti a favore, in molti specialmente quelli della maggioranza, perché se sei dell’opposizione è abbastanza facile, voti contro qualsiasi cosa, voti contro anche se c’è da distribuire soldi perché ti dicono che sono pochi, allora io voto contro. Questa fa parte del teatro parlamentare.

Della maggioranza votiamo contro, se non mi ricordo male, in due. Credo io e il mio ex collega Guido De Martini, se non sono medico peraltro, se non mi ricordo male.

Altri erano assolutamente contrari, me lo scrivevano, me lo dicevano, mi mandavano, però stavano fuori perché sembrava di base, è sempre considerato tremendo votare contro la propria maggioranza e quindi è una cosa che uno magari preferiva preferiva non fare, stavano fuori.

Quello lì è stato uno dei voti secondo me più vergognosi della nostra recente storia politica.

Non puoi essere solo in 33 a dire no al diritto al lavoro subordinato a un trattamento sanitario obbligatorio.

Eppure così è stato ed è un indice di com’era in quel momento la sensazione. E attenzione, non è una questione solo politica. Succedeva perché anche nella società la gente era impazzita, ti guardava come se tu fossi un pazzo notorio o chi per esso indipendentemente dai numeri che dicevano il contrario.

Io già sarei stato contro, ovviamente, da uomo libero è un mio diritto, quindi non è subordinato a nessuna cosa, neanche alla genuflessione, però la genuflessione è innocua.

In qualche maniera sa leggere delle tabelle, che chi faceva farmacovigilanza fatta abbastanza bene, come per esempio gli inglesi, subito dai primi momenti arrivavano degli elenchi importanti di effetti avversi, che comprendevano un vasto spettro di possibili malattia in ogni caso sarebbe successa, tante cose erano casuali, tante cose erano delle coincidenze, tutto quello che vuoi, però appariva abbastanza chiaro che c’erano delle cose che non andavano e soprattutto in presenza del rischio che queste cose non andavano, la differenza di età fra il pericolo, diciamo, del male che si voleva sconfiggere e l’effetto avverso aveva, specialmente per quello che riguarda i ragazzi, i giovani e i bambini, anche senza andare a indagare troppo, perché nessuno sapeva perché si stava sperimentando, ma appariva chiaro che era assolutamente fuori scala il rischio a cui si esponevano la gente rispetto a quello che poteva tendenzialmente essere un beneficio, semplicemente perché i ragazzi di Covid non morivano. E quindi io non capisco, non capivo, l’ho detto in binomio bambini e vaccini è una delle cose che mi ha sempre dato i matti, motivo per cui al prossimo provvedimento utile chiederò l’abolizione della Lorentzin, molto semplice.

Voi probabilmente chi mi conosce sa che mi occupo di economia, non mi occupo di medicina, quindi io tendenzialmente sono sempre stato piuttosto riluttante ad addentrarmi in tematiche di cui non sono particolarmente esperto. Però diciamo che la situazione, soprattutto del Covid, mi ha costretto a cimentarmi in questo campo, perché era una cosa che riguardava decisamente tutti e non occorreva essere un medico, un virologo o qualcosa del genere per capire che certe cose non tornavano sia nei primi tempi quando i vaccini non c’entravano e si parlava esclusivamente di lockdown, presentato anche in quel caso come la panacea per tutti i mali, bastava fare il lockdown, quindi chiudere in casa la gente impedendogli di andare in giro e seguendoli con i droni sulla spiaggia o quelle cose assolutamente incredibili che avevamo visto in quel periodo. A quel punto capite che non era più una questione medica, era una questione di numeri.

Stessa cosa si è ripresentata quando il salvitico momento della vaccinazione è arrivato, no? Perché, molto banalmente, anche lì i numeri diversi rispetto a paesi che invece erano molto più indietro sulle vaccinazioni, soprattutto c’erano delle differenze sostanziali anche su fasce di età, Avete visto cos’è successo? Stiamo parlando di situazioni di ferite nel nostro tessuto sociale e nel nostro essere cittadini che saranno rimarginate non so quando, dovevano fare il vaccino se volevano lavorare, se volevano girare. Vi ricordate il nostro brillante ex presidente del Consiglio? Cioè, eri un assassino se non ti vaccinavi, perché ti vaccini, ti ammali e muori, oppure se sei così fortunato da rimanere vivo, però contagi qualcun altro e quell’altro muore. Quindi in pratica Mario Draghi dava chi non voleva vacciarsi dell’assassino. E purtroppo questa cosa mi ha portato anche con un certo qual…mi vorrebbe da dire… la parola giusta non è dolore, cioè il dolore vostro, cioè voi che avete avuto in casa o che personalmente portate le cicatrici dell’effetto avverso.

Invece il mio è stato un dolore politico, diciamo così, dove in certi casi anche degli amici, anche delle persone che immaginavo tutt’altro, in quel momento sembravano come impazzite e il risultato era che dovevo fare delle battaglie molto solitarie perché quando Il Green Pass per il lavoro, cosa che a me sembrava… Già capite che il primo voto sul Green Pass era stato quello per gli ristoranti al chiuso, e su quello lì uno poteva dire, va bene, non sono d’accordo, ma magari contratto, magari ottengo qualcosa in cambio. Però il voto del Green Pass per il lavoro, stiamo parlando ovviamente dell’articolo 1 della nostra Costituzione. È una Repubblica fondata sul lavoro, non su Green Pass. E quindi come diamine era, come si poteva immaginare che si dovesse subordinare il diritto al lavoro, che è il diritto alla vita, a un obbligo sanitario? Era una cosa che mi sembrava assolutamente enorme”.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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