Stefano Puzzer licenziato per non aver voluto usare il green pass. Silenzio dai sindacati

Respinto il ricorso di Stefano Puzzer per il licenziamento per non aver usato il green pass. E’ stato condannato anche al pagamento delle spese processuali.  “Il mio licenziamento si basa sul fatto che io mi sia rifiutato di usare il green pass ( mai scaricato poi). Io ho ribadito che ne avevo facoltà perché era lo stato che mi aveva permesso di autosospendermi dal 15 ottobre al 30 aprile”, ha scritto sui social.
Ex portuale ed ex sindacalista del Clpt, Puzzer era stato licenziato il 16 aprile 2022, dopo una dura lotta contro l’applicazione obbligatoria del green pass per lavorare. Le sue immagini e qualle dei suoi compagni colpiti dagli idranti mentre pregavano per disperdere il presidio pacifico di protesta hanno fatto il giro del mondo.
Ecco la sua reazione a caldo in un video diffuso sui social.
” Ciao a tutti, buonasera. Buonasera a tutti, non era solo mia, quella di Roma, quella di Pordenone e quindi la sentenza di questo licenziamento è assolutamente ingiusto, che vi spiegherò anche un po’ la cronistoria di tutto quello che è successo e quindi adesso vi dico un cose come sono andate.
Partiamo da ottobre, io mi sono autosospeso dal 15 ottobre al 31 dicembre, quindi senza stipendio, dopodiché è stata prorogata la legge e io mi sono di nuovo autosospeso dal 1 gennaio al 30 aprile, perché sono convinto che il Green Pass non era nulla di sanitario e ne sono tuttora convinto di questo. Dopodiché in marzo mi è stato contestato il fatto di non voler usare il Green Pass, sono stato mandato a fare la visita medica che era scaduta, la visita medica annuale, quindi io sono andato a farla, giustamente perché comunque era scaduta e dopodiché mi è stato imputato il licenziamento perché io non volevo tornare a lavorare, nonostante io avessi mandato la carta che era autosospeso.

Siamo arrivati al licenziamento, abbiamo fatto la prima udienza in gennaio, dove mi era stata offerta una cifra che io avevo rifiutato, io avevo detto chiaramente al giudice che volevo che andasse a giudizio, quindi quello che è successo oggi perché secondo me i nostri diritti non hanno prezzo io ho iniziato una battaglia non per gli altri ma perché secondo me era giusto difendere i nostri diritti come lavoratori era giusto difendere i nostri valori e quindi era giusto che il giudice decidesse se era giusto il mio licenziamento o no.

Io sono serenissimo, guardate, perché comunque sono convinto di tutto quello che abbiamo portato avanti, ho portato avanti, guardate, proprio perché rifarei tutto dall’inizio.

Diciamo che lo Stato aveva fatto una legge che chi non era in grado di esibire il Green Pass poteva autosospendersi e sarebbe ritornato a lavorare quel primo di maggio e quindi io, sapendo che Green Pass, e ne ero super convinto, e ne sono super convinto, non fosse nulla di sanitario nonostante fossi vaccinato e avessi Green Pass già direttamente da ottobre ho detto non userò mai questa carta verde per andare a lavorare e soprattutto non darò adito a uno Stato, nel quale credevo, di discriminare noi cittadini tra di noi, discriminare i lavoratori che hanno tutto il diritto di lavorare perché sappiamo benissimo che il Green Pass non era di tutela per nessuno. Lasciamo stare i vaccini, pandemia, questi non sono discorsi che farò io, io ho la mia idea e la tengo per me ma non sono un medico quindi non mi addento.

Però sulla questione dei diritti dei lavoratori, posso dire la mia, anche perché abbiamo avuti di esperienze in questi anni con il sindacato autonomo che abbiamo fondato a Trieste, quindi quando vengono meno i diritti bisogna essere i primi ad andare conto e quindi io l’ho fatto senza neanche pensarci.

Sono venuti a mancare questi diritti dei lavoratori ed era giusto mettersi di mezzo per difenderli, in primis il proprio, poi per gli altri e soprattutto per il futuro dei nostri figli. Quindi questa mattina (ieri) siamo andati al dibattito dopo che io avevo rifiutato l’offerta in denaro, perché ribadisco i diritti non hanno prezzo, le persone non hanno prezzo, è ora di svangare anche questa cosa qui, questa mania di ogni potenza che ha chi comanda, che è convinto che pagando può avere tutto, noi dobbiamo far sì che anche questa moda, io capisco perché le persone a volte sono in difficoltà e devono chinarsi, ma se noi cominciamo a non chinarci più per qualsiasi cosa, finalmente arriveremo, perché io sono convinto che prima o poi ce la faremo e vinceremo.

Stamattina ci siamo presentati a dibattito, io e il mio avvocato ringrazio tutti e tre gli avvocati che mi hanno seguito, la Myrtha Samengo, l’Alessandra Devetal, ringrazio Nicola Sponza che questa mattina era in sostituzione di una delle due perché aveva dei problemi suoi, che non starme a dire quali. Siamo andati a dibattito, il mio avvocato, quello che in quel momento era lì, quindi Nicola, ha esposto che oltre al fatto che io avessi presentato la mia autosospensione, quindi dal 15 ottobre in possesso del Green Pass, perché non l’ho mai scaricato, la contestazione è stata fatta appena in marzo, quindi i tempi della contestazione erano ben andati oltre il minimo di legge che sono 20 giorni, dopo di che c’erano dei vizi di forma anche sul fatto che mi veniva contestato che io non mi presentassi sul lavoro e appena successivamente veniva stilata la lista delle giornate nella quale io non mi ero presentato sul lavoro e questi sono i vizi di forma, ma la base era il fatto che io non avevo niente, non ho mai chiesto nulla, i giudici hanno ascoltato, io ho chiesto di poter parlare, a che ho detto ai giudici e ai guardi che io in 26 anni non ho mai ricevuto una lettera di contestazione, ho sempre lavorato, non mi sono mai tirato indietro, anche adesso che ho la possibilità di stare in Aspi comunque mi sono trovato un posto di lavoro, 47 quanti ne ho senza lavoro non ha la sua dignità, quindi appena ho trovato qualcuno che mi ha dato fiducia, io ho approfittato e sono andato a lavorare.

E questo pensavo fosse una cosa che nel mio mondo un giudice potesse capire. Pensate solo che un anno fa mi è stato dato l’incarico dall’autorità portuale di formare la scuola del lavoro portuale a Trieste, abbiamo fatto un corso di formazione in 10 lavoratori, siamo diventati tutti istruttori e la cosa bella è che il 17 di aprile sono stato licenziato e il 23 di aprile mi è stato consegnato l’attestato di istruttore portuale, quindi penso che se fossi stato un barabba o un lavoratore non serio, non avrei ricevuto questa opportunità.

Negli anni passati ne ho passate di ogni, ma sempre perché ho difeso i miei diritti, nel momento in cui abbiamo scoperto che a Trieste c’erano delle cose losche, noi le abbiamo denunciate, io mi sono ritrovato la cocaina nell’urine, sono stati fatti 5 anni di processi e alla fine sono venuto fuori pulito, ho dovuto andare a fare la visita medico-legale a Roma perché a Trieste avrei trovato il muro di gomma, il mio metabolite era negativo, la sostanza nell’urine era pura, dopodiché mi è stata a mano messa la macchina, sono stato licenziato ingiustamente, ho ricevuto un risarcimento 9 anni fa da un’altra azienda di 60.000 Euro e quindi per me non è una cosa nuova, io tutte queste cose non le ho mai dette, le dico adesso ma proprio per far capire che io sono sereno e che le battaglie le avremo sempre di più, ogni giorno di più e se vogliamo arrivare alla verità non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo andare avanti e lottare sempre, sempre, dobbiamo essere consapevoli che questa fase di passaggio, perché secondo me la nostra vita è una fase di passaggio, è fatta proprio per lottare, sacrificarci, renderci conto che le cose veramente importanti sono altre.

Quindi veniamo questa mattina, il giudice si è ritirato in Camera di Consiglio, ha detto che dopo un’ora avrebbe deciso, ho atteso fino alle 16.30 la sentenza del giudice perché questi sono stati i tempi, però come ho detto prima non avevo la frenesia di aspettare questa sentenza, perché ero comunque consapevole di essere rimasto coerente nella difesa dei miei diritti, dei miei valori e soprattutto del futuro di mio figlio, nella difesa di quella Costituzione che mette ai primi posti il diritto al lavoro dei cittadini italiani, che mette ai primi posti la dignità dei cittadini italiani, la libera scelta dei cittadini italiani, il fatto di non discriminarci l’uno con l’altro, di volere il bene del prossimo. Quindi ho aspettato la sentenza serenissima, perché convinto che comunque avevamo fatto tutto giusto, non avevamo fatto niente di male a nessuno, avevamo solamente difeso i nostri diritti e quindi con la consapevolezza di essere coerente, poter guardarmi allo specchio, camminare a testa alta. Io ringrazio tutti i legali che mi sono stati vicino, ma sappiamo che quella frase che c’è scritta in tribunale la legge è uguale per tutti, non è sempre così e quindi è arrivata la sentenza, lo dico serenamente, hanno dato ragione all’azienda, hanno detto che il mio licenziato, logicamente l’ho comunicato in primis a mia moglie, agli amici più stretti, e una frase dell’avvocato quando me l’avevo comunicato mi ha fatto specie perché mi ha detto guarda, penso che sei il primo imputato che incoraggia il suo legale, perché lei era arrabbiatissima, io la capisco perché è un avvocato che ha studiato e che crede nella Costituzione, che crede nel diritto, che vede una sentenza del genere, le motivazioni ci saranno tra 60 giorni, ma neanche andare ad aspettarle. Logicamente io non mi fermo qua, ci mancherebbe, andremmi in appello.

Voglio capire come mai questo giudice abbia preso questa decisione, perché lo dico senza mezzi termini, secondo me ha sbagliato, non dico che sia corrotto perché non ne ho le prove, non mi interessa neanche giudicarlo, avrà sbagliato, però nella vita chi sbaglia deve pagare e nel momento in cui verrà fuori la verità, perché verrà fuori la verità, dobbiamo avere pazienza, però non mollare di un millimetro, bisogna andare avanti, sempre, sempre avanti col sorriso, brava Lidia, lo dici giusto essere convinti perché stiamo solamente difendendo chi è morto per la nostra Costituzione, stiamo difendendo il futuro dei nostri figli, non vi dovete dispiacere per me perché alla fine non ho problemi di salute, la mia famiglia sta bene, questa è una battaglia persa in un percorso che sapevamo fosse in salita, sappiamo benissimo contro chi stiamo andando avanti, chi abbiamo davanti e quindi volevo condividere con voi questo, ma per darvi serenità io non faccio il martirio, non l’ho mai fatto, non mi interessa di farlo, non sono triste e il giudice ha pensato bene non solo di confermare il mio licenziamento, ma a detta del mio Avvocato non succede spessissimo, mi ha messo in conto anche le spese, che sono qualcosa come 3 mila Euro, ma va bene, io ho detto guardi si metterà in coda, perché di spese ne abbiamo di tutti i tipi, però ragazzi nessuno ci porterà via la nostra serenità, la nostra consapevolezza di essere nel giusto, di sapere cosa sta succedendo.

Questo licenziamento è il mio forse più valore perché ho visibilità, ma chissà quante persone come noi, come me, hanno subito tutto questo e magari erano sole e che hanno subito la stessa cosa che ho subito io. Le mie parole voglio che servano, non sono presuntuoso, ma voglio che diano la forza a l’un l’altro, non dobbiamo lasciare nessuno da solo, nessuno si deve sentire abbandonato, anzi. Noi abbiamo, ognuno crede alle sue credenze, io credo tanto in Dio, sono convinto che il mio bene non sarà mai il male di nessuno, non giudicherò mai nessuno, sono convinto che la verità verrà a galla, l’ho sempre detto, è come l’acqua, sono convinto che questi criminali agiscano con la testa, col portafoglio, come ho sempre detto non hanno il cuore che abbiamo noi, quindi non possiamo pretendere da queste persone cose che non capiranno mai, noi dobbiamo solamente andare avanti, vivere con sentimenti come solidarietà, fratellanza e con gioia. Mia moglie mi ha detto che non capisce come fa di essere sempre così tranquillo, io ho detto perché sono convinto che siamo di passaggio e che questa è un’ulteriore prova alla quale ci dobbiamo metter davanti. Passeremo anche questa, ne abbiamo passate di ogni, quindi avanti col sorriso. La gente come noi non molla mai, non è uno slogan, deve essere un modello di vita, un modello di vita, nelle difficoltà noi dovremmo diventare più forti, non farci abbattere.

Sta in questo, loro si sono preparati per 70 anni per fare tutto questo, noi due anni abbiamo già fatto tanto. Ci sarà chi goderà di questa sentenza, io non goderei mai di una cosa negativa per un’altra persona, anche perché non vedo… se un giorno godessi delle sfortune di un’altra persona, vorrebbe dire che non ho una vita, per fortuna io la vita ce l’ho e se posso dare una mano a una persona, la do, sicuramente non vado a gioire per le disfatte degli altri. Chi gioirà per questa cosa, vuol dire che il giorno che noi vinceremo verserà una lacrima, ma in quel momento non goderemo della sua lacrima, ma gli avvicineremo un fazzoletto e diremmo, guarda, hai capito solamente più tardi di noi quello che stava succedendo e la verità è uscita.

Adesso non vi voglio tediare avanti, vi metterò fuori il documento che è uscito, la sentenza, le motivazioni usciranno tra 60 giorni, io sono serenissimo, sono veramente serenissimo perché sto andando avanti per la mia strada, quella della difesa dei nostri diritti, quindi non ho niente da rimprovarmi, anzi rifarei tutto di nuovo assolutamente, anche sapendo come sta andando, perché io resto sempre d’idea che se un giorno mio figlio mi guarderà negli occhi e mi chiederà papà perché non hai fatto niente per il mio futuro, io gli dirò guarda amore mio, io l’ho fatto, lo sto facendo e lo farò sempre.

Quindi ragazzi la gente come noi non molla mai, mi raccomando, nessuno di noi è da solo, siamo tutti assieme e prima o poi la verità uscirà, questo è un passaggio. Va bene, vi ringrazio, vi voglio bene. Ciao a tutti”.

“Comunque mi sento vincitore verso me stesso perché sono stato coerente nei miei valori e ho difeso i miei diritti. Neanche ci fosse da vergognarsi a fare il vigilante. Le persone come noi sanno fare sacrifici per lottare per i propri diritti. E soprattutto non si vergognano di lavorare.
Gli unici a doversi vergognare sono quelli che tra emergenze climatiche, città dei 15 minuti, finte pandemie e soprattutto una guerra per procura stanno portando il popolo al collasso. E anche se si lavora la battaglia continua. La gente come noi non molla mai. Non ci avrete mai“.
Qui trovate la sua dichiarazione a caldo dopo la sentenza: https://fb.watch/lVOpeDpcsT/

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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