“Non esiste allo Stato una legge che obblighi i cittadini italiani ad eseguire prestazioni personali, quali sono, quali è l’uso o il rilizzo della mascherina o la sottoposizione a trattamenti sanitari, quale è quello tamponale anticodovit che è invasivo per il prelievo che si fa di sangue o di liquidi o di mucose corporee per accedere a qualsiasi luogo, a qualsiasi funzione, a qualsiasi attività o servizio della nostra vita sociale quotidiana e individuale o professionale, quindi lavoro, istruzione, sanità eccetera”, spiega l’avv, Angelo di Lorenzo di Avvocati Liberi.
“Cara cittadina, se non vuoi non sei tenuto a sopportare prestazioni personali o trattamenti sanitari che sono imposti da soggetti terzi, pubblici o privati che siano, perché solo la legge potrebbe obbligarti in questo senso e attualmente non esiste nemmeno una norma di legge che preveda una cosa del genere. Il problema purtroppo oramai dilaga ed il compito di difenderci rispetto a noi.
A ciascuno di noi ognuno deve tirarsi su le maniche ed iniziare a difendere se stesso, a difendere i propri diritti, le proprie libertà e la propria dignità. Non è più concevibile infatti delegare questa difesa a terzi. Nella situazione in cui siamo, per la diffusività di questo fenomeno, non si può risolvere il problema delegando un avvocato, ad esempio. Noi non siamo la soluzione, non riusciamo a difendere tutti, siamo in pochi, siamo troppo pochi anche rispetto all’enorme numero di domanda di giustizia e peraltro non possiamo e ne vogliamo aggiungere altri costi a quelli che il cittadino deve sopportare per difendersi da queste prepotenze quotidiane degli sceriffi di turno. Quindi se non vuoi e devi dire di no, e a questo punto tutti mi chiedono come si fa a dire di no, ma è semplicissimo, un no è un no, ci si rifiuta di sottostare ad un’imposizione abusiva, si chiamerà il responsabile della struttura, si chiederà di avere la copia della disposizione interna che dispone l’ordine, il trattamento, la prestazione personale abusiva, si acquisiranno i nominativi degli autori dell’impedimento, quindi la guardia giurata, il personale sanitario, l’operatore tecnico, il direttore sanitario ovviamente della struttura e si procederà prima ad una diffida e poi in caso di persistenza ad una vera e propria denuncia.
Perciò la prima cosa da fare quando ci si trova di fronte a questa situazione è dire io non voglio farlo. Alla violenza o alla minaccia che ragionevolmente seguirà di rifiutare l’assistenza sanitaria o l’accesso alle cure o l’ingresso per il lavoro all’interno di queste strutture si rappresenta allo sceriffo che tale impedimento è un reato e che non si esiterà a presentare una denuncia con richiesta di risarcimento del danno nei suoi confronti. L’importante è che nelle risposte non si ecceda nella violenza fisica o verbale, nelle offese, nelle diffamazioni, perché se si passa dalla parte del torto e quindi si assumono delle reazioni scomposte, si perde il vantaggio della ragione perché, caro cittadino e cara cittadina, hai assolutamente piena ragione e devi essere consapevole che stai subendo un abuso. Un buon modo per evitare esagerazioni è quello di registrare tutto, anche con il cellulare o con una piccola cam, senza farsi vedere, senza dire nulla al proprio interlocutore, ma registrare tutto, che questa registrazione servirà per documentare gli accadimenti, ma anche per farti rimanere calmo sapendo che stai registrando e successivamente forzerà la prova della violenza privata subita, dell’omissione degli atti di ufficio, dell’interruzione del pubblico servizio ad opera dei sanitari responsabili di questo rifiuto.
Fatto questo si torna a casa e si penserà ad inviare la diffida e se in seguito ad esso il comportamento abusivo persiste sarà possibile presentare anche una denuncia”.
Qui trovate i documenti predisposti da Avvocati Liberi da scaricare e compilare, adattandoli alla situazione vissuta: https://avvocatiliberi.legal/io-dico-no-le-diffide-e-le-denunce-per-chi-impone-prestazioni-personali-o-trattamenti-sanitari-illeciti-e-abusivi/
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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