18 ottobre 2021: Trieste la carica degli idranti contro persone sedute che pregavano e manifestano contro il green pass.

Non possono agire contro persone sedute che pregano ad alta voce è aberrante …e invece l’hanno fatto a Trieste, perché il mondo li stava guardando.

Le camionette delle forze dell’ordine sono arrivare di mattina presto. “Davanti a tutti, il vice questore. Ha la fascia tricolore messa di traverso, nella mano sinistra stringe casco e manganello. La destra è alzata. Urla ai manifestanti, davanti a sé: «In nome della legge, disperdetevi!». Poi si gira verso i suoi uomini, rialza il braccio, e ordina agli idranti: «Avanzate!». Gli idranti si mettono in moto. Hanno due cannoni a testa puntati sui manifestanti. Ad altezza d’uomo. Una cascata d’acqua pronta a uscire dal basso per spazzare via chi è a terra. Aprono il fuoco. Quattro potenti getti d’acqua si rovesciano sulle prime file di giubbe gialle e arancioni. Qualcuno ferma la valanga gelida col corpo. Altri seduti a terra vengono investiti dalla seconda ondata. Nessuno indietreggia. Un portuale comincia ad applaudire, gli altri lo seguono. Un portuale cade a terra e si accartoccia in una pozza. Mi avvicino per capire se ha bisogno d’aiuto. L’idrante gli ha colpito l’orecchio. Se la caverà, ma ne uscirà con un timpano rotto”, scrive Raffaella Regoli in #Sospesa: Dalla pandemia alla guerra. Diario di una giornalista libera e fuori dal coro.

“Era un ottobre freddo quello là ragazzi, era quel giubbotto da neve e questi hanno continuato, poi hanno iniziato a sparare il cannone alzo zero, quindi a inondare la gente, ma no inondare come sotto liquidator, fa male quello quando arriva”, ricorda Paride Simoni, presidente di Vivere o Sopravvivere.

E poi sono arrivati i lacrimogeni “quei gentiluomini in uniformi hanno caricato e hanno fatto male, hanno picchiato la gente forte, ma forte, ci tiravano i lacrimogeni. Non so se avete mai visto un lacrimogeno, è come un lumino tondo così ovale, come una moneta grande. C’era gente che non respirava, anche io facevo fatica”, continua Paride Simoni nella ricostruzione di quelle ore (la trovate qui).

Qualcuno ha detto che “non abbiamo fatto la differenza. Sei tanto sicura? Perché io sono certo che la differenza l’abbiamo fatta, nel senso che non abbiamo ottenuto i risultati che speravamo, ovvio, è ovvio, è evidente. ma tutti i governi provano a fare le leggi peggio e vedono la resistenza che il popolo pone e noi abbiamo posto una grossa resistenza. Quindi io sono convinto che la differenza è stata fatta, non te lo diranno mai, nessun governo indietreggerà ufficialmente, però io sono certo che se non avessimo fatto quello che abbiamo fatto sarebbe andata molto peggio. Questa è solo una mia considerazione”, conclude Paride Simoni.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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