Per che cosa si uccide: futili motivi e rancori personali le motivazioni per quasi metà degli omicidi

Non è possibile stabilire un movente per tutti gli omicidi, ma spesso alla base ci sono futili motivi o rancori personali. È quello che è accaduto nell’11,6% dei casi nel 2021 in Italia (dati rilevati e denunciati dalle forze di polizia nel corso del 2021, provenienti dal database della Direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’interno). I moventi rimangono indeterminati per il 16,8% delle vittime maschili e solo per il 3,4% di quelle femminili. Analogamente anche la probabilità di scoprire l’autore dell’omicidio è più alta nel caso di una vittima donna, proprio per la particolarità di questi delitti – che si verificano per lo più in ambito familiare e di coppia – e con conseguente restrizione del campo delle indagini a una cerchia ben delimitata.

I moventi degli omicidi:

  1. il primo posto è occupato da “lite, futili motivi, rancori personali” (45,9%), valore rilevante per le vittime di entrambi i sessi (47,3% per gli uomini e 43,7% per le donne).
  2. Al secondo posto figurano i “motivi passionali” (11,6% degli omicidi), con una netta distinzione per sesso (20,2% per le donne e solo 6,0% per gli uomini).
  3. Seguono i “motivi economici”, inclusi gli omicidi a scopo di rapina (6,9% del totale) con un’incidenza maggiore tra le vittime maschili rispetto a quelle femminili (9,2% e 3,4%).
  4. Il restante 24,1% (29,4% donne e 20,7% uomini) è imputabile ad altri motivi.

Considerando le sole vittime straniere (58 nel 2021), la motivazione “lite, futili motivi, rancori personali” è più frequente rispetto all’intera popolazione (63,8%), seguita da quella passionale (13,8%), mentre i motivi economici rappresentano solo il 3,4% del totale degli omicidi di stranieri.

Il mezzo più utilizzato per l’omicidio è l’arma da taglio (che inevitabilmente è presente nelle case e quindi a portata di chiunque) con cui sono stati compiuti 119 dei 303 omicidi del 2021 (39,3% del totale), utilizzata in proporzione maggiore contro le donne (43,7% rispetto a 36,4% delle vittime uomini).

Diffuso è anche l’utilizzo delle armi da fuoco (30,0% dei casi) che invece caratterizza gli omicidi di uomini (35,9% contro 21,0%). Dei 38 omicidi, tutti di uomini, per i quali non è stato individuato un responsabile, oltre i tre quarti (76,3%) sono stati commessi con un’arma da fuoco.

L’11,2% degli omicidi è invece stato effettuato con armi improprie o corpi contundenti, mentre il 4,3% è dovuto a lesioni o percosse. In questi due casi non si osservano particolari differenze di genere. Circa il 20% degli omicidi di donne è stato compiuto con altre modalità, come ad esempio l’asfissia, lo strangolamento, il soffocamento (12,0% per gli uomini).

Se si considerano i soli stranieri, l’arma da taglio è quella prevalente (55,2% degli omicidi), mentre le armi da fuoco sono state utilizzate solo nel 10,3% dei casi.

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