“Un grosso problema etico è il conflitto di interessi, che attualmente è ancora trascurato dalla maggior parte delle riviste in un momento in cui, al contrario, è responsabile della cattiva condotta scientifica”, denuncia Didier Raoult, medico e microbiologo francese specializzato in malattie infettive, ex professore presso presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Aix-Marseille, in un suo recente studio intitolato: Non esiste un ministero della verità e perché è importante sfidare la “saggezza” convenzionale – Una visione personale.
La quantità di denaro ricevuta da Gilead Sciences dal medico era correlata alla loro pubblica opposizione all’uso di HCQ in Francia. L’autodichiarazione non è sufficiente e la ricerca attiva attraverso le banche dati disponibili, come, ad esempio, EurosForDocs, dovrebbe essere condotta sistematicamente da gruppi responsabili di etica delle riviste. Ciò vale naturalmente anche per gli informatori.
La campagna coordinata da Pubpeer solleva la questione dell’obiettivo di queste piattaforme e del ruolo svolto dai media nello screditare scienziati rinomati e di alta qualità che non hanno legami con le industrie farmaceutiche e che non hanno beneficiato della pandemia. La scienza è un dibattito con regole.
Quando qualcuno non è d’accordo con il contenuto scientifico di un articolo, i commenti dovrebbero essere indirizzati alla rivista ed essere revisionati da esperti riconosciuti senza alcun conflitto di interessi, in modo tale da preservare un dibattito indipendente e costruttivo e arricchire la qualità della scienza.
La maggior parte dei più grandi progressi scientifici e medici della storia sono stati raggiunti da ricercatori che hanno sfidato il “Ministero della Verità”.
Potete trovare lo studio completo qui: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2052297523000744
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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