Si parla di discorsi accettabili, ma si tratta di censura… ci dicono cosa possiamo dire o no

“Tra i tanti aspetti sorprendenti del mondo sottosopra che abbiamo vissuto dall’inizio del 2020 c’è la misura in cui i media e i social media, spesso con la collusione attiva e anzi sotto le richieste-con-istruzioni dei governi nazionali e delle organizzazioni internazionali, hanno negato spazio e voce nelle loro colonne, pagine di lettere e commenti online a domande e critiche alla narrativa ufficiale”, scrive Ramesh Thakur, ex segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite su Brownstone Institute. “Come la finestra delle possibilità politiche di Overton, quello che gli svedesi chiamano il “corridoio dell’opinione” canalizza la gamma di discorsi accettabili.  Ciò è oscuramente ironico, poiché i risultati netti in termini di salute, salute mentale, economici, educativi e sociali sarebbero stati di gran lunga migliori se i media avessero svolto il loro ruolo tradizionale di sottoporre le affermazioni ufficiali a un esame critico e fornito una piattaforma a una gamma di responsabili e accreditati commento”.

“Non tutti coloro che si interrogano criticamente durante la pandemia della corona sono negazionisti della corona. Non tutti quelli che vogliono parlare di criminalità contro gli stranieri sono xenofobi. Non può essere che un’élite edonista ci dica di cosa possiamo e non possiamo parlare”. Peter Müller, giudice costituzionale federale tedesco parla come privato cittadino. “Credo che il trionfo delle organizzazioni populiste, anche e soprattutto in Europa, abbia a che fare con il fatto che si nascondo troppo sotto il tappeto. Ci sono troppe cose di cui non è più permesso parlare”.

Di esempi ce ne sono tanti.

C’è un grande dibattito su chi abbia fatto saltare in aria il gasdotto Nord Stream. Anziché consentire il dibattito, Facebook ha deciso di schierarsi. Sta censurando il giornalista vincitore del Pulitzer Seymour Hersh. E invece di fornire una spiegazione, Facebook dirotta i lettori verso un articolo in norvegese. (Michael Shellenberger)

Facebook ha censurato il creatore del sito web “COVID Vaccine Finder” di Washington per aver creato un gruppo di supporto per l’acufene dopo essere stato danneggiato dal vaccino COVID.

In Italia YouTube ha censurato il film sul reprendum contro l’invio di armi all’Ucraina (YouTube censura il film sul referendum contro l’invio di armi all’Ucraina)

Sono stati censurati e poi rimessi su YouTube gli avvocati che hanno parlato alla corte costituzionale all’udienza sull’obbligo vaccinale in Italia (Censurati gli avvocati che hanno parlato alla Corte Costituzionale da YouTube. “Ci vediamo in tribunale”)

Censurata la petizione di Coldiretti contro il cibo sintetico (Facebook la censura e noi pubblichiamo la petizione contro il cibo sintetico di Coldiretti. Che cosa è successo)

Le opinioni espresse in questo articolo sono degli autori.

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