Extra profitti aziende energetiche: “C’è chi ci ha guadagnato, ma poi ha eluso il fisco”, CGIa

Dal caro energia c’è anche chi ci ha guadagnato, ma poi ha eluso il fisco, denuncia l’Ufficio Studi CGIa – Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre

A seguito dei rincari dei prodotti energetici non tutti ci hanno rimesso. Molte aziende energetiche, ad esempio, nel 2022 hanno registrato un aumento dei ricavi spaventoso. Per questa ragione il Governo Draghi ha provveduto a istituire il contributo di solidarietà che doveva consentire alle casse dello Stato di incassare da questa misura complessivamente 10,5 miliardi di euro. Dopo il saldo del 30 novembre scorso, invece, l’erario ha “ricevuto” solo 2,7 miliardi di euro. Pertanto, tra i 44,5 miliardi di extragettito incassati provvisoriamente in più nei primi 11 mesi del 2022, mancano sicuramente all’appello altri 7,8 miliardi di euro. La Corte dei Conti ha cercato di individuare le ragioni di questo flop, segnalando queste criticità, ovvero:

1. l’identificazione dei soggetti a cui si applica il contributo;
2. modalità di determinazione della base imponibile;
3. possibili problemi di costituzionalità del tributo (al riguardo viene richiamata la sentenza n. 10 dell’11 febbraio 2015 avente oggetto la cosiddetta Robin Hood Tax);
4. l’indeducibilità del tributo;
5. la possibile traslazione del contributo sul consumatore finale.

Al netto delle ragioni sollevate dei destinatari della misura, bene ha fatto l’Agenzia delle Entrate ad annunciare in questi giorni che nei prossimi mesi avvierà dei controlli mirati sugli extraprofitti realizzati da queste grandi aziende energetiche.

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