Come costituirsi parte civile nell’azione collettiva contro gli extra profitti delle aziende energetiche

Dopo la mossa della Procura di Roma che ha aperto un fascicolo sul caso del mancato versamento della tassa sugli extra-profitti da parte delle società energetiche, il Codacons scende in campo lanciando una costituzione di parte offesa di massa da parte degli utenti italiani.

Tutti i consumatori possono inserirsi quale parte offesa nel procedimento aperto dalla Procura, e avviare così l’iter per una possibile richiesta di risarcimento del danno qualora dalle indagini della magistratura dovessero emergere illeciti – spiega l’associazione – Questo perché il mancato versamento della tassa sugli extra-profitti da parte delle imprese energetiche potrebbe aver determinato un danno economico per la categoria degli utenti e dei consumatori, da un lato privando lo Stato delle necessarie risorse per contenere la crescita delle bollette di luce e gas, dall’altro per gli effetti negativi sui prezzi al dettaglio che, come dimostrato dai dati Istat sull’inflazione, risentono dell’emergenza energia in atto.

A partire da oggi tutti i cittadini intestatari di contratti per forniture di luce e gas e in generale tutti i consumatori che realizzano acquisti preso supermercati, negozi, bar, ristoranti, ecc., possono scaricare il modulo di costituzione di parte offesa messo a disposizione dal Codacons, segnalando alla Procura di Roma la propria posizione di soggetto leso dagli eventuali illeciti che saranno accertati.

Per info e adesioni https://bit.ly/3xitzU3

Di seguito il testo della denuncia presentata dal Codacons in Procura lo scorso 1 settembre e che ha dato avvio alle indagini della magistratura.

 “Come noto con il decreto Aiuti bis (D.L. n. 115 del 9 agosto 2022) il Governo aveva previsto di incassare 10,5 miliardi di euro attraverso la famosa tassa una tantum sugli extra-profitti delle società energetiche che avrebbero dovuto versare una prima rata (pari al 40% del valore della tassa) entro il 30 giugno e il restante 60% entro il 30 novembre. La tassa sugli extra profitti è stata introdotta infatti per compensare i guadagni delle imprese energetiche che, grazie all’aumento del prezzo del gas e luce, hanno guadagnato più del previsto. L’obiettivo era di recuperare risorse da utilizzare per sostenere chi, al contrario, con l’aumento del prezzo di gas e luce, ha perso denaro in ragione del pagamento di bollette molto più care: ovvero le imprese e le famiglie, alias l’utente finale del mercato dell’energia. Posto quanto sopra, da ciò che si apprende invece dalla stampa sembrerebbe che la maggior parte delle aziende coinvolte dal provvedimento avrebbe deciso di non pagare, lasciando vuote le casse statali: dei 10,5 miliardi di euro preventivati, sarebbe stato versato solo 1 miliardo di euro. Una tale condotta, se vera, priverebbe lo Stato dei soldi necessari per contrastare il caro-energia, proprio alla vigilia dei nuovi aumenti delle tariffe di luce e gas che scatteranno a ottobre, e stanno aggravando enormemente l’emergenza bollette in Italia: un comportamento non solo immorale e vergognoso, ma anche denotante un possibile illecito penale e contabile. E infatti un tale modus operandi di sottrarsi al versamento dell’imposta potrebbe integrare il reato di truffa ai danni dello Stato così come il reato p.e.p. dall’art. 11 del d.lgs n. 74 del 2000 rubricato Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Ritiene la scrivente Associazione che una tale condotta andrebbe debitamente accertata non potendo le società di gas e energia approfittarsi della attuale situazione storica ai danni dei contribuenti e dello Stato italiano.

Per tale ragione si formula il presente esposto chiedendo agli enti in indirizzo di accertare i fatti alla luce della possibile fattispecie di truffa e di reati contabili considerate le ripercussioni sul fronte erariale”.

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