Carrelli vuoti in corteo a Roma per protesta contro i rincari. Resteranno così, sono finiti i soldi

Hanno sfilato con i carrelli vuoti per Roma. “Noi non paghiamo”, il movimento dei “Disoccupati del 7 novembre” e per il diritto all’abitare si sono dati appuntamento in piazza dell’Esquilino a Roma per protestare contro il caro-vita.

“Cresce la rabbia e si moltiplica. Fare la spesa è diventata una missione impossibile, le bollette si sono moltiplicate, gli affitti sono impossibili. Non ci sono contromisure. Stiamo pagando sulla nostra pelle il prezzo di una guerra assurda che non ci riguarda. Vogliamo protestare, vogliamo riduzioni sui beni di consumo, soprattutto quelli di prima necessità. Noi non ci stiamo non stiamo qui ad aspettare, nè i grandi giochi internazionali, nè l’assegnazione delle poltrone. La riposta la pretendiamo subito”, spiegano gli organizzatori.

I carrelli della spesa fuori simboleggiano il frigo vuoto. Le famiglie non riescono più ad acquistare anche i beni di prima necessità. “Ci sono tanti carrelli vuoti. Le difficoltà sono enormi. La protesta si sta moltiplicando per tutto il Paese. Siamo in un Paese dove già il 30% delle persone è sotto la soglia di povertà. Chiediamo lo stop delle speculazioni che si fanno alla borsa di Amsterdam sull’energia. La distribuzione degli extra profitti deve essere data a famiglie e imprese, che non possono reggere la concorrenza di Paesi, dove questi aumenti non ci sono. Serve un piano per cui le aziende energetiche tornino pubbliche”.

L’inflazione all’8,9% determina una stangata per gli italiani, considerata la totalità dei consumi di una famiglia “tipo”, pari a + 2.734 euro annui, conto che sale a +3.551 euro per una famiglia con due figli. Lo afferma il Codacons, commentando i dati definitivi sull’inflazione diffusi oggi dall’Istat.

“Siamo di fronte ad uno tsunami economico senza precedenti, e la crescita dei prezzi al dettaglio è destinata purtroppo ad aggravarsi nelle prossime settimane – spiega il presidente Carlo Rienzi – I rialzi di benzina e gasolio, i cui listini alla pompa sono tornati a salire negli ultimi giorni, assieme ai maxi-aumenti del +59% delle bollette elettriche scattati a ottobre e ai nuovi incrementi del gas alle porte, avranno effetti diretti sui prezzi al dettaglio, portando a nuovi rincari a danno dei consumatori”.

Devastanti i dati sugli alimentari, i cui listini salgono a settembre dell’11,7% – analizza il Codacons – Tradotto in cifre, equivale ad una maggiore spesa solo per il cibo pari a +652 euro annui per la famiglia tipo, +876 euro per un nucleo con due figli.

“Il nuovo Governo deve correre ai ripari disponendo subito il taglio dell’Iva sugli alimentari e sui generi di prima necessità, in modo da alleggerire la spesa delle famiglie e contenere gli effetti disastrosi dell’inflazione, e disporre un “condono” per i 5 milioni d italiani che, a causa della crisi in atto, non sono riusciti a pagare le bollette e rischiano di vedersi interrompere le forniture”.

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