Così i cinghiali mangiano la nostra uva

Distruggono tutto. “Sono 30 anni che subiamo i danni causati dai cinghiali – afferma Angelo Casali, agricoltore di Berzo San Fermo (Bergamo) – un incubo che ormai è cresciuto  a dismisura. Noi lavoriamo e questi animali nel giro di poche ore distruggono tutto. La loro azione è  devastante: frantumano la cotica erbosa nei prati mentre nelle vigne sradicano le barbatelle più giovani e quando l’uva è matura mangiano i grappoli più vicini al terreno. Le incursioni nei prati poi si ripercuotono anche nelle stalle: nei terreni dove passano lasciano le zolle tutte sollevate, così si raccoglie un foraggio di scarsa qualità che quando viene utilizzato per l’alimentazione delle mucche mette a rischio il loro benessere e anche il latte che producono ne risente”.

“Non è solo una questione di risarcimenti – spiega Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – Qui ne va della stessa sopravvivenza aziendale. In molti casi gli agricoltori sono così scoraggiati che non denunciano più, abbandonano le coltivazioni perché il risultato non vale la fatica e gli investimenti. Ma oltre questo, c’è poi l’aspetto che riguarda la sicurezza delle persone che va affrontato con decisione e senza ulteriori tentennamenti. Senza considerare poi che i cinghiali rappresentano solo una delle specie selvatiche e inselvatichite che mettono a rischio la tenuta il lavoro delle imprese agricole sul territorio lombardo”.

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