Il Comitato no green pass di Trieste racconta la sua versione dei fatti: cosa è successo a Trieste.
“Oggi siamo scesi in Campo San Giacomo a Trieste per la manifestazione del primo maggio.
Siamo le lavoratrici ed i lavoratori contro il green pass, i ricatti e le discriminazioni sul lavoro, e, come tali, ci siamo posizionati nel corteo con uno striscione, formando di fatto lo spezzone più numeroso. È però intervenuto subito Michele Piga, segretario CGIL, intimandoci di andarcene.
A quel punto siamo partiti attendendo poco più avanti, ma i sindacati confederali, pur di non seguire i lavoratori, si sono fermati ed hanno richiesto alla polizia di bloccarci deviando di fatto il percorso del corteo.
Hanno quindi sfilato davanti a noi, scortati dalla polizia, mentre venivamo caricati. In una di queste cariche, quella per far passare anche la seconda Ape Car della CGIL, un uomo anziano è stato buttato a terra e travolto, così come altre persone.
Ci siamo così trovati alla testa di un secondo spezzone, composto anche dai sindacati di base e molto più partecipato rispetto a quello dei sindacati confederali.
Arrivati in piazza Unità abbiamo trovato una nuova polizia: uomini della CGIL che con bandiere in mano ci impedivano di avvicinarci al palco, mentre, da lì, pretendevano di parlare in nostro nome.
Ci rendiamo conto che oggi a Trieste abbiamo dato l’opportunità al sindacalismo confederale di mostrare la sua vera faccia. Quella di una forza politica talmente distante dai lavoratori e dai propri iscritti da concordare con la polizia cariche e blocchi, pur di non fare sentire la loro voce.
Prendiamo le distanze dalle ricostruzioni e dai video, opportunamente tagliati, che vogliono ridisegnare quanto accaduto oggi come l’infiltrazione di qualche “no vax” violento ad un corteo pacifico.
Oggi, semplicemente, la farsa ipocrita del sindacalismo confederale non ha potuto compiersi a Trieste. È bastata Ia presenza di lavoratrici e lavoratori solidali per rovinarla, persone la cui determinazione è cresciuta proprio dall’unione per difendersi autonomamente dalle vessazioni del governo Draghi.
Ciò che è stato seminato nell’autunno caldo triestino ha oggi dato uno dei suoi germogli”.
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