Hanno licenziato Stefano Puzzer. Il suo discorso integrale del video dell’annuncio

Ha dato l’annuncio in diretta sulla sua pagina Facebook. Ieri alle 16,30 hanno licenziato Stefano Puzzer

“Voglio dirvi che sono tranquillissimo, sereno. Sono assiema alla mia famiglia. Ieri sono arrivato a casa verso le 16,30 e ho ricevuto la notizia. Sono stato licenziato. E’ una conseguenza dovuta al fatto che noi siamo puri, che crediamo nei nostri diritti e che non ci piegheremo mai a questo sistema marcio. L’importante è non essere mai a debito con nessuno, e non poter essere per i “coglioni” e ricattato in nessuna maniera.

Il licenziamento è una decisone presa dall’azienda contro cui mi batterò con tutte le mie forze, perché non si possono permettere di portarmi via dal mio lavoro. Il mio lavoro è anche senso di appartenenza. Io sono un lavoratore portuale e prima poi tornerò a fare il mio lavoro. Questo atto è una conseguenza di una persona che ha voluto combattere il sistema.

A Trieste con i colleghi sono sei anni e anche più che lottiamo contro il sistema, avevamo creato un sindacato autonomo, che vogliono distruggere, prima per distruggere me e poi per distruggere qualsiasi forza che vada a lottare contro il sistema. Sono sei anni che provate a piegare me e i miei colleghi, non ce l’avete fatta mettendomi un Gps sotto la macchina, pensando di scoprire chissà cosa. Non ce l’avete fatta manomettendomi l’automobile. Non ce l’avete fatta quando vergognosamente avete inquinato le mie urine con la cocaina. C’è stato anche un processo. E’ tutto documento. E anche lì siamo riusciti ad andare contro il sistema e non ci siamo piegati. E’ stato ammesso, poi, che le urine erano state inquinate con la cocaina.

Non è da ottobre che lottiamo contro il sistema, che non ha fatto altro che appoggiare tante discriminazioni da ben sei anni, senza mai metterci la faccia, e mantenendo che ha fatto tutto questo ai suoi posti dirigenziali, e a colloquiare per spartissi appalti e concessioni.

Io oggi sono qui per dire che sono fiero di essere stato coerente, di non essermi piegato al sistema, di avere detto il 15 ottobre che non sarei andato a lavorare fino a che un mio collega non potrà tornare a lavorare. Io ho fatto solamente quello che un qualsiasi lavoratore portuale avrebbe fatto e che un qualsiasi altro lavoratore dovrebbe fare. Non giudico chi è tornato a lavorare. Ognuno ha le sue responsabilità. Ognuno nel suo Sto arrivando! le responsabilità che aveva, se ha fatto tamponi, ha usato il green pass.

Non sto facendo questa diretta per rendermi martire. Sono orgoglioso di quello che ho fatto io, i miei colleghi e i cittadini di Trieste delle varie aziende dei trasporti, di quello che hanno fatto i cittadini italiani, che sono venuti al porto di Trieste da tutta Italia.

E’ una cosa alla quale sapevo che potevo andare incontro. La preoccupazione era per la mia famiglia e i miei amici. Ieri ho avvertito prima le persone che mi stanno più vicino.

Al sistema dico che se volevate provare a piegarmi e state provando a piegarmi prima con le denunce, poi con il licenziamento, poi distruggendo il sindacato autonomo che abbiamo fatto senza secondi fini di alcun tipo. Noi abbiamo fatto sempre tutto a fin di bene e per il bene delle persone, prima con il sindacato e adesso con il comitato. Se a voi dà fastidio che noi facciamo del bene, vuole dire che ne faremo ancora di più. Io vi guardo con il sorriso, di una persona pura, sincera, che non ha paura di voi. Io spero che voi, che avere questa cattiveria dentro e che pensate di essere nel giusto e che per questo fare del male alle persone, io spero che ogni augurio che riceverete vi venga in mente questo video e quello che state facendo a tutti gli italiani, che passeranno la Pasqua, magari in modo dimesso.

Voi mi avete mandato l’uovo di Pasqua, e io vi darò la sorpresa.

Ringrazio mia moglie , Abndrea, e tutti i lavoratori portuali e voglio dire loro che sono fiero di appartenere al mondo portuale, sono fiero di averli avuti al mio fianco e sono fiero della lotta che stanno portando avanti

La gente come noi non molla mai e adesso ne vedremo delle belle e a voi che mi avete licenziato dico: vi voglio bene, e spero che i ricatti a quali vi siete sottomessi, vi possano permette, comunque, di guardare negli occhi vostro figlio o vostra figlia”.

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