“l nostro errore più grande è stato lasciare la comunicazione in mano a virologi autonominati ma senza esperienza specifica”, spiega Donato Greco, ex membro del Cts, specializzato in malattie infettive e tropicali, igiene e medicina preventiva e statistica sanitaria.
“L’errore più grande del Cts è stato non aver prodotto comunicazione”, ammette Donato Greco in diretta in giorno da pecora. Nella stessa intervista in cui ha spiegato che tutte le chiusure sono state poco efficaci per fermare il virus, ma hanno avuto dei costi economici e sociali pesantissimi. “Si è dato spazio a una serie di virologi autonominati che l’hanno gestita. È vero, abbiamo tenuto una conferenza stampa ogni settimana, ma senza impatto mediatico perché tutti gli spazi erano occupati. La comunicazione ufficiale c’è stata sempre, ma non c’è stata la comunicazione mediatica, che è stata occupata da altri. Noi abbiamo rispettato un vincolo di riservatezza, che abbiamo rispettati gran parte. mentre le virostar hanno avuto accesso ai media in modo intenso pur non avendo accesso alle informazioni giuste e senza una esperienza specifica nel campo. Io ho lavorato in più di 50 epidemie e ci sono sempre degli esperti autonomisti che i media scelgono anche per le loro capacità di buona comunicazione. Ci sono stati dei colleghi, che sono infettivologi clinici, bravi vicino al letto del paziente, nella terapia, che però di sanità pubblica non c’azzeccavano niente. Che questi si siano messi a discutere delle manovre del governo è stato un po’ esasperante. Crisanti è un polemico, bravissimo in entomologia, ha fatto dei lavori fondamentali sulla malaria, molto discusso nel mondo accademico. Fabrizio Pregliasco si è sempre occupato di virologia dell’influenza; Alberto Zangrillo è un rianimatore, non ci azzecca. Viola è un’immunologa, biologa, bravissa a comunicare. La sanità pubblica è popolazione, è una cosa un po’ diversa, noi ci occupiamo della gente, non delle provette”.
Chi è Donato Greco
Donato Greco è uno scienziato, membro del Cts per un anno, 65 riunioni. Ha un curriculum di tutto rispetto. Specializzato in malattie infettive e tropicali, igiene e medicina preventiva e statistica sanitaria. Ha diretto il Laboratorio di epidemiologia e biostatistica dell’Istituto Superiore di Sanità e, sempre all’Iss, del Centro nazionale di epidemiologia. Ha condotto più di trenta indagini su epidemie infettive, di queste nove all’estero per conto dell’OMS ; infatti per vent’anni è stato direttore del centro europeo di collaborazione con l’OMS per le malattie infettive. È stato direttore generale della prevenzione al ministero della Salute e direttore del CCCM, il Centro per il controllo delle malattie. Ha partecipato alla costruzione dell’ECDC l’agenzia Europea per le malattie infettive ed è attualmente consulente per l’OMS e per gli ECDC.
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