Superbonus 110%: luci ed ombre

Il Superbonus 110% è stato introdotto all’art. 119 del Decreto n. 34 del 2020, il cosiddetto Decreto Rilancio, poi convertito in Legge n. 77 sempre nel 2020. Il provvedimento permette di realizzare interventi edilizi per il miglioramento energetico di edifici già esistenti (Ecobonus) e per la messa in sicurezza dal rischio sismico (Sismabonus) conseguendo uno sconto fiscale del 110%.

La legge di Bilancio 2022 ha prorogato le misure fino al 31 dicembre 2025, anche se con una progressiva riduzione dello sconto a partire dal 1° gennaio 2024 e con scadenze differenti in base alla tipologia di beneficiario.

 

Luci ed ombre del provvedimento

Per ADOC se da un lato il Superbonus rappresenta un’opportunità per i cittadini e un valido impulso al rilancio economico del Paese, dall’altro si sta trasformando in una corsa ad ostacoli per migliaia di utenti e condomini che hanno deciso di approfittare dell’incentivo per ristrutturare palazzi e abitazioni, dando vita a speculazioni e in alcuni casi a vere e proprie truffe. Stessa cosa vale per quelle imprese virtuose che si trovano a dover anticipare in toto le somme che arriverebbero dopo le lunghe verifiche necessarie.

Lo stesso Presidente del Consiglio Draghi, nel corso della conferenza stampa di presentazione ha detto che due sarebbero state le criticità del provvedimento: una lo straordinario aumento dei prezzi dei materiali edili e l’altra l’incentivazione alle frodi. Motivi per i quali il Governo è stato riluttante ad estendere il Superbonus nel tempo. Gli effetti distorsivi, che tanto hanno fatto dibattere la decisone finale sono che, oltre a costare moltissimo allo Stato, il provvedimento è considerato poco equo perché favorisce le fasce benestanti della popolazione, sembra portare benefici limitati in termini di emissioni risparmiate, ha drogato il mercato e favorito la nascita di molte piccole aziende edili spesso improvvisate, con rischi non trascurabili per la sicurezza sul lavoro.

Primo effetto tra tutti è stato l’aumento dei prezzi dei materiali edili. La conseguenza del caro prezzi in edilizia ha portato al blocco di diversi cantieri perché i computi di qualche mese non sono più attuali e rendono antieconomico per le imprese l’intervento. Inoltre la difficoltà di reperire ponteggi e materie prime nonché forza lavoro anche in considerazione del numero di cantieri in essere sta producendo un cortocircuito. Tante domande di intervento e poca offerta di manodopera e materiali, e quando si trovano ecco che arriva la speculazione!

Secondo l’ADOC Altro punto critico è la questione delle frodi. Nel 2021 l’Agenzia delle Entrate ha bloccato 4 miliardi di crediti legati ai bonus edilizi, tra cui il Superbonus. Sono solo primi accertamenti a cui vanno aggiunte le indagini della Guardi di Finanza che ha ricostruito complessi sistemi con cui professionisti ed aziende hanno ottenuti crediti per fatture false. Inoltre, ben 5000 aziende sono nate dal nulla solo nei primi mesi. Imprese e professionisti che da subito hanno rappresentato una favola a cui molti consumatori hanno creduto, cioè quella del rifacimento della casa a zero spese. Truffe si sono registrate anche con riferimento ai General Contractor, che hanno incassato acconti dai cittadini per poi sparire nel nulla.

Altro tema è quello dei beneficiari delle agevolazioni, cioè chi concretamente ottiene la possibilità di usufruire dei soldi pubblici. Tutte le analisi e ricerche effettuate basandosi sulle detrazioni precedenti al Superbonus (es: bonus ristrutturazioni al 50%), hanno mostrato che queste misure, in generale, non sono molto eque: più della metà dei soldi pubblici va al 15% più ricco dei contribuenti. Dai primi dati anche per il Superbonus si prospetta un risultato simile. La sproporzione si nota anche nei primi dati relativi al tipo di case ristrutturate: a maggio 2021, su oltre 1,3 miliardi di euro di detrazioni, oltre due terzi sono andati a immobili di categoria catastale A1 (abitazione di tipo signorile), A2 (abitazione di tipo civile) o A7 (villini): non esattamente il tipo di abitazione in cui vivono le fasce meno ricche della popolazione (dati elaborati dall’Università dell’Insubria).

Forse è il motivo per cui il Governo aveva proposto di mettere un tetto ISEE fino a 25mila euro? E se le cose stanno così gli edifici interessati dalla misura non sono poi così tantissimi…Quindi a fronte di importi interamente pagati dal pubblico il beneficio è privato.

Secondo un’indagine dell’ANCE (l’associazione nazionale dei costruttori edili) i problemi ci sono anche nell’approvazione dei progetti.

ü  Iter di approvazione da parte del condominio   12,9%

ü  Verifica della conformità urbanistica                   36,8%

ü  Ottenimento dell’asseverazione                           12,9%

ü  Nessun problema                                                      8,2%

ü  Altro                                                                          29,2%

In pratica solamente l’8,2% delle imprese dichiara di non aver avuto problemi. In questo contesto ci si è messa anche la pandemia: uffici pubblici e banche congestionati e lenti a causa anche delle limitazioni Covid.

I nostri sportelli ADOC

I dati sono da capogiro considerando l’andamento da agosto a dicembre 2021. Quello che ci risulta dai nostri sportelli ADOC disseminati sul territorio italiano è che il numero di richieste è progressivamente aumentato da agosto a dicembre 2021, con un picco importante nel primo mese del 2022. Le regioni presso cui i nostri sportelli hanno registrato le maggiori richieste, tra informazioni ed altro, sono state:

–          Lombardia                                                    16%

–          Veneto                                                          13%

–          Lazio/Emilia Romagna/Toscana                9 %

–          Piemonte                                                      8%

Il resto della percentuale è uniformemente spalmato su tutto il territorio nazionale.

 

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