Ognuno faccia partire la propria marcia, comunicando quando parte e dove è diretto. Non per confluire, ma vestendosi semplicemente con qualcosa di giallo o di arancione, per significare senza parole una cosa chiarissima: che non si è fuori a fare jogging, come si racconta ai carabinieri per evitare la multa. Quello è travestimento ed opacità. Io sono per i messaggi chiari. Si va con qualcosa di giallo o arancione in qualunque direzione, contro marcia e contro senso, perché non c’è un punto d’arrivo. L’arrivo, la meta è il viaggio.
“Io faccio la mia marcia da solo per protesta, chiara e vibrata, contro questo sconcio delle libertà fondamentali condizionate all’obbedienza a un patentino, che oggi si basa su un vaccino, di cui nessuno sa quali sono gli effetti a lungo termine, soprattutto sui bambini. Nessuno lo sa!
Tanti sono andati a farselo. Io non li biasimo, perché sono stati terrorizzati. Se ti terrorizzano tu corri al rifugio quando c’è la guerra …poi magari gli aerei non passano, ma tu ti sei sentito protetto.
Io non biasimo nessuno, però, pretendo che un vaccino in fase sperimentale – i dati non li sanno, però tentano di spingerlo – non sia obbligatorio. In tanti casi lo hanno già reso obbligatorio. Io sono contro il green pass e sono contro l’obbligo di vaccino, deve essere una libera scelta, come per tutte le cose della vita.
Imporre il vaccino con il ricatto che se non lo fai non lavori, non vai a scuola, se no non fai il medico, lo trovo abnorme e sproporzionato al pericolo vero”