Università: come si differenziano le iscrizioni tra uomini e donne

Le immatricolazioni ai corsi di primo livello − come anche la totalità delle iscrizioni universitarie − presentano una preponderante presenza femminile nel gruppo dell’Insegnamento − che comprende, ad esempio, Scienze dell’educazione e della formazione − (91,5 per cento ragazze su 100 immatricolati nel 2018/2019), seguita dal gruppo linguistico (82,2 per cento), Psicologico (78,7 per cento), Medico-Sanitario e Farmaceutico (76,7 per cento), Letterario-Umanistico (63,1 per cento), Politico-Sociale e Comunicazione (60,0 per cento) e Giuridico e Scientifico (entrambi 59,2 per cento). All’opposto è scarsa la presenza femminile nel gruppo Informatica e Tecnologie ICT (12,3 per cento su 100 immatricolati), in Ingegneria industriale e dell’Informazione (23,1 per cento), che è la seconda classe di laurea per numero di immatricolati complessivi, in Scienze motorie e sportive (28,2 per cento). È più elevata ma ancora non paritaria la quota di ragazze che si iscrivono per la prima volta in Architettura e Ingegneria civile (39,9 per cento), nel gruppo di classe Economico (il primo in termini quantitativi per numero di immatricolazioni e iscrizioni) e in quello Agrario-Forestale e Veterinario (44,7 per cento in entrambi i casi).

Il quadro arriva dall’ultimo rapporto dell’Istat

I corsi di laurea a ciclo unico, presenti solo in alcuni gruppi di laurea, raccolgono il 50,1 per cento delle immatricolazioni nel solo gruppo giuridico e il 33,6 per cento nel gruppo medico-sanitario e farmaceutico; la presenza femminile è in entrambi di circa due terzi.

Infine, nell’ambito dell’istruzione terziaria ammontano a circa 76 mila gli iscritti nei corsi superiori dell’Alta formazione artistica e musicale (Afam) nell’a.a. 2018-2019. La componente femminile è maggioritaria nell’Accademia nazionale di danza (85,9 per cento), nelle Accademie di belle arti (67,6 per cento), negli Istituti superiori per le industrie artistiche (58 per cento). Al contrario prevalgono i maschi negli Istituti superiori di studi musicali (41,1 femmine ogni 100 iscritti) e nell’Accademia nazionale di arte drammatica (47,8 femmine ogni 100 iscritti).

La bassa quota di giovani con titolo terziario può essere in parte letta alla luce della limitata disponibilità di corsi terziari a ciclo breve professionalizzanti, erogati dagli Istituti Tecnici Superiori che, nonostante la recente introduzione e la dislocazione sul territorio abbastanza eterogenea, accolgono 18.528 iscritti nel 2021 e offrono elevate possibilità occupazionali (82,6 per cento dei diplomati nel 2018 risulta occupato a 12 mesi dal conseguimento).

Nei paesi europei nei quali esistono questi percorsi, è maggiore la probabilità di conseguire un titolo terziario e il loro peso arriva a raggiungere fino a un terzo dei titoli terziari complessivamente conseguiti.

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