Di fronte a un intervento sospeso per un tampone positivo al Covid, la direzione declina la responsabilità dell’accaduto sul reparto parlando al telefono con il Comitato Fortitudo. “Sappiate che adesso inizia una bella grana per voi”, dice Grazia Piccinelli del comitato Fortitudo.
La risposta è indicativa di quanto i medici che applicano le circolari interne siano poi tutelati effettivamente dalla direzione sanitaria. “Certo, ma tanto non per me perché noi siamo la direzione (generale) e non abbiamo fatto niente… non noi, il reparto probabilmente.”
“Eh no, è la direzione sanitaria che ne risponde delle linee che manda ai reparti”, replica.
Il fatto in questione è questo, racconta Grazia Piccinelli: “La direzione sanitaria dell’ospedale mi ha chiamato la signora, ha il papà lì, che doveva fare un’operazione, una PEG, perché non mangia, era un’operazione d’urgenza, gliela avete negata perché era risultato positivo a un tampone. Ho capito, ma siete voi che rispondete di questa forma illegittima di aver negato le cure a questo signore.”
La direzione: “Mi spieghi la storia perché io non so assolutamente niente, quindi partiamo dall’inizio. Il tampone si fa di prassi, è legittimo”, l’unica risposta ottenuta è: “Allora io posso dargli l’indirizzo dell’URP che è l’ufficio… L’unico modo è l’URP, io non posso fare altro.”
“Il tampone non si fa più di prassi perché lo stato di emergenza è finito da due anni. L’avete fatto risultare positivo, la famiglia gli ha rifatto il tampone, il tampone era negativo, per dire quanto è poco affidabile, dato che non lo è per niente, c’è una letteratura intera che dice che il tampone può essere suscettibile a un mucchio di compromissioni.
Comunque il papà era negativo, gli hanno detto che l’operazione era saltata comunque perché, essendo positivo, era stato tolto dalla lista, cosa gravissima. Adesso noi abbiamo messo in campo un avvocato, perché dobbiamo contrastare quello che avete fatto, perché è gravissimo non fare un’operazione a un signore che non può mangiare e deve essere nutrito.
Il diritto alle cure, anche a fronte di un tampone farlocco, deve essere garantito. Voi non potete negare a un signore anziano che non può essere nutrito un’operazione di una PEG per farlo nutrire, perché risulta positivo. I familiari glielo fanno, dopo qualche ora il tampone è negativo. È un reato. Si vergogni. Non è che non ci può fare niente, voi dovete curare le persone, il direttore sanitario ha fatto un giuramento di Ippocrate, non ha giurato su una circolare, dovete curare le persone, lo capisce? Che l’anziano in questione non mangia. Cosa state rischiando? La vita delle persone per una circolare? È tutto decaduto il 30 di giugno e ne era illegittimo anche quello che è decaduto. Siete diventati semplicemente degli esecutori di ordini. Voi dovete vergognarvi! Punto! E allora non ha niente da dirmi?”
“No, assolutamente no”, rispondono al telefono.
“La vita delle persone per voi non vale nulla. Per me invece vale tantissimo. Purtroppo io quello che potevo dirgli glielo dico, altro noi non potremmo. Perché non ha una coscienza. Lei non ha una coscienza. Risponderanno anche le vostre coscienze”, conclude Grazia Piccinelli.
Il Comitato Fortitudo ha fatto sapere che signore in questione verrà operato per l’inserimento della PEG, Gastrostomia Endoscopica Percutanea, per alimentarlo, lunedì 15 luglio. La figlia, non ha voluto fare sapere il nome dell’ospedale per paura di possibili ritorsioni nei confronti del padre anziano.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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