L’11 settembre sono morti 2862 esseri umani, i russi hanno perso 27 milioni di vite durante la Seconda Guerra Mondiale, “cosa sarebbe successo se avessero adottato la stessa logica della ritorsione americana?” si chiede Moni Ovadia

In un’epoca in cui la memoria storica spesso viene offuscata dalle narrazioni dominanti, le parole di Moni Ovadia pronunciate a giugno a Bologna, risuonano con una chiarezza sconvolgente. Riferendosi al tragico evento delle Torri Gemelle, Ovadia ci ricorda che il terribile attacco terroristico dell’11 settembre 2001 ha causato la morte di 2862 esseri umani. “Per vendicarsi di questo, gli Stati Uniti hanno scatenato due guerre contro l’Iraq e l’Afghanistan ha fatto un milione di morti civili innocenti”. Questo orribile atto di violenza ha scosso il mondo intero, lasciando cicatrici profonde nella coscienza collettiva e hanno portato alla morte di un milione di civili innocenti, un numero sconcertante che invita a una seria riflessione sulla logica della vendetta e del conflitto.

Ovadia solleva una questione cruciale: cosa sarebbe successo se i sovietici, che hanno sofferto la perdita di 27 milioni di vite durante la Seconda Guerra Mondiale, avessero adottato la stessa logica di ritorsione?. “Pensate se i sovietici, che hanno avuto 27 milioni di morti nella seconda guerra mondiale, avessero usato la stessa logica…”, si chiede. La sua domanda retorica mette in evidenza l’assurdità e la pericolosità di una mentalità basata sulla vendetta e sulla punizione collettiva.

La riflessione di Ovadia ci invita a considerare le implicazioni morali e umane delle nostre azioni. La vendetta non può mai giustificare la perdita di vite innocenti. La sua dichiarazione è un potente richiamo alla necessità di trovare soluzioni pacifiche e giuste ai conflitti, di superare l’odio e la violenza con la comprensione e la compassione.

In un mondo dove le guerre continuano a mietere vittime innocenti, le parole di Ovadia ci spingono a riflettere su come possiamo costruire un futuro migliore, un futuro in cui la memoria delle tragedie passate ci guida verso scelte più sagge e umane.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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