Hanno appiccato il fuoco con dei pneumatici davanti alle filiali di alcune banche e sfondato le facciate e bancomat per protestare contro il fermo dei loro depositi bancari, accusando le banche di non dare esecuzione a sentenze giudiziarie e obbligandole a pagare quanto le persone hanno depositato. I cittadini, di fatto, non riescono ad accedere ai soldi che hanno depositato in banca.
La rabbia contro le banche diventa sempre più esplosiva, soprattutto nella regione di Badaro, dove giovedì scorso depositanti e attivisti hanno deliberatamente rotto le facciate di banche e bancomat e dato fuoco all’ambiente circostante, prima di trasferirsi nella casa del capo della Associazione delle banche, Salim Sfeir, cercando di assaltarlo, tra rigide misure di sicurezza.
I depositanti hanno annunciato che è iniziata la campagna per liberare i depositi, e non è possibile tacere dopo oggi, soprattutto perché sono passati 3 anni dalla crisi economica e le cose stanno peggiorando e tutelarsi legalmente.
I depositanti e gli attivisti che hanno partecipato al movimento hanno invitato tutti i libanesi a scendere in piazza, alzare la voce ad alta voce di fronte a funzionari politici e finanziari, banchieri e alcuni dei giudici che forniscono loro copertura, e chiedere conto di tutti coloro che hanno portato il Libano al collasso.
“L’Associazione delle banche in Libano, nel frattempo, continua il suo sciopero aperto dal 7 febbraio (febbraio) di quest’anno, e include la chiusura parziale pur mantenendo i servizi di base per i clienti, in obiezione alla citazione giudiziaria nei suoi confronti e non riconoscendo il “assegno” bancario come mezzo di pagamento e di evasione dei depositi e obbligandolo a trattare in contanti, mentre le sentenze giudiziarie obbligano le banche ad accettare il pagamento dei debiti dei depositanti tramite un “assegno”, che le banche considerano doppi standard”, scrive l’Indipendet Arabia.
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