Legge di iniziativa popolare contro l’obbligo dei vaccini pediatrici ferma nei cassetti da anni, così nasce l’idea del referendum

“Il problema è chiaro davanti a noi: ci troviamo di fronte a una situazione paradossale per quanto riguarda i bambini. I piccoli da 0 a 5 anni non possono frequentare l’asilo se non sono in regola con le vaccinazioni pediatriche,” spiega Moreno Ferrari, presidente dell’associazione No Blood, da cui è partita l’idea del referendum.

“Le statistiche parlano di un bambino autistico ogni 38. Questa situazione rappresenta uno dei più grandi divieti, probabilmente a livello mondiale, per cui le famiglie sono costrette a sottoporre i figli a questi vaccini anche contro la propria volontà, in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione.

Dal 2017 ad oggi è stata proposta una sola legge di iniziativa popolare, nel 2019, che ha raccolto le firme necessarie ma è rimasta ferma nei cassetti della Cassazione. Nessun partito o politico ha avuto il coraggio di affrontare le case farmaceutiche e portare questa legge in Parlamento. Questa è la realtà dei fatti.”

“Le associazioni si impegnano, ma alla fine sono le famiglie a soffrire. Quando non possono permettersi asili privati, babysitter o non soddisfano i requisiti necessari per ricevere aiuti, devono affrontare una sorta di roulette russa. E in tutto questo, nessuno ha fatto nulla per cambiare la situazione.

Le vaccinazioni obbligatorie introdotte dalla legge Lorenzin includono quelle contro la poliomielite, la difterite, il tetano, l’epatite B, la pertosse, il morbillo, la rosolia, la varicella e l’haemophilus di tipo B. Secondo il piano vaccinale, le prime tre dosi devono essere somministrate entro il primo anno di vita del bambino. In assenza di queste vaccinazioni, i bambini da 0 a 6 anni non possono frequentare l’asilo nido e la scuola dell’infanzia.

Recentemente, il senatore Claudio Borghi ha presentato un emendamento per modificare la legge Lorenzin, ma è stato dichiarato inammissibile dalla Commissione Affari Sociali del Senato. I promotori del referendum dovranno raccogliere 500.000 firme, il numero necessario per avviare il referendum. Una volta raggiunto questo obiettivo, il referendum sarà valido solo se parteciperà al voto la maggioranza degli aventi diritto. Se questa condizione sarà soddisfatta, la legge potrà essere abrogata con il voto favorevole della maggioranza dei partecipanti”.

“Per questo motivo, insieme agli avvocati di Alì e ad alcuni costituzionalisti, abbiamo deciso di usare l’unico strumento giuridico disponibile in Italia per abrogare questa legge così controversa. Non siamo contro i vaccini, ma per la libertà di scelta vaccinale. È importante chiarire che siamo contrari all’obbligo, e questo è un punto fondamentale.”

“Con l’aiuto degli avvocati, abbiamo redatto quesiti specifici che affrontano l’obbligatorietà, i cocktail vaccinali e le sanzioni connesse. Sabato scorso, questi quesiti sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale alle pagine 138 e 139. Prima ancora della pubblicazione in Corte Costituzionale, abbiamo ricevuto un’ondata di telefonate e mail da tutta Italia, sia da associazioni che dalla società civile. Era evidente che molte persone fossero in attesa di questa iniziativa. Il punto è proprio questo: bisognava fare qualcosa.”

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