Trasfusioni di sangue: “sappiamo in maniera indiretta che c’è un problema”, Giovanni Frajese

“Quello che è il meccanismo fisiopatologico dei problemi che poi partono con queste maledette vaccinazioni non è ancora chiarito del tutto”, denuncia Giovanni Frajese a Rastignano (Bo) nell’incontro dialogo a due con la giornalista Raffaella Regoli. “Ci sono delle questioni di cui io vado sommessamente parlando. Il discorso è un pochettino più complesso di quello che è stato presentato e quindi al momento non abbiamo degli elementi chiari.

Non esiste uno studio scientifico che ha preso in considerazione se c’è una differenza tra il sangue di chi è stato vaccinato oppure no.

Il fatto che all’interno delle fiale fosse presente una quantità molto significativa di DNA che non doveva esserci, in teoria, perché tutta la sicurezza del farmaco era basata sul fatto che l’RNA ha difficoltà ad andare a retrotrascrivere sul nostro DNA, cioè a modificare il DNA umano, è preoccupante. Ma il discorso diventa molto complicato se invece dentro quelle fiale non c’era solo RNA, ma c’era anche del DNA. E se quel DNA aveva dentro un’altra parte specifica, che si chiama promoter dell’SV40, che casualmente è stato ritrovato in queste fiale, da diversi professori in America e in Germania, e poi pubblicato anche se in preprint, cioè non è mai stato accettato da una rivista scientifica, anche perché il giorno che verrà pubblicato ufficialmente diventerà un grosso problema.

Però di fatto sappiamo in maniera oramai nota ma indiretta che c’è un grosso problema di contaminazione di queste fiale con un DNA che non doveva esserci. La presenza di questo DNA in nanoparticelle lipidiche che finiscono nelle nostre cellule pone delle domande che sono più che storiche, sono generazionali. Perché io la prima volta che andai in Senato, ed era maggio, mi sembra, del 2021, dissi: ‘Guardate, non lo date ai vostri figli perché vi mentono quando dicono che rimane nel braccio; va a finire nelle ovaie.’ Ma io non sapevo che dentro quelle fiale c’era il DNA, perché altrimenti avrei fatto una presentazione completamente differente. Perché se tu mi porti il DNA di nanoparticelle dentro alle ovaie dei bambini, allora sei un criminale, è un’altra cosa, perché tu non stai mettendo a rischio la loro salute, tu stai mettendo a rischio la salute generazionale di quelle persone. Cioè con qualcosa che c’è il rischio che si trasmetta di generazione in generazione, non so se vi rendete conto. Dimenticate l’informazione, perché dà ansia, quindi fate come faccio io: studiamo le cose, ma si vedrà con calma, perché francamente alcune cose le sai dopo nel tempo, perché man mano che escono fuori ti rendi conto di quanto è profonda la tana di Alice, il pozzo del Bianconiglio. È più complicato di quello che ci era stato rappresentato. All’inizio parlai dicendo che non mi sembra una cosa così sicura a livello di genotossicità e carcinogenicità, insistevo su quello, ma se io sapevo che ci fosse stato il DNA là dentro, non avevo neanche bisogno degli studi, anzi ho capito perché non li hanno fatti, perché se li avessero fatti in una maniera corretta nessuno sarebbe finito a prendere speciale.

Per cui rimangono quelle domande che ho fatto anche da Giordano, stan lì che galleggiano nell’aria. Le ho fatte io e le hanno fatte altri colleghi in altre parti del mondo, rimarranno finché un giorno non deciderà qualcuno ai livelli alti che è il momento che lo capiate. E quando lo capirete, allora vi verrà proposta anche una terapia, che sarà una terapia genica.

Perché, tra l’altro, sto vedendo con mio stupore che c’è un cardiologo, che era uno di quelli che aveva messo a punto un razionale di trattamento di aiuto per le persone vaccinate che meccallogono mettendo insieme una serie di sostanze naturali. Quindi mi piaceva pure tutto sommato perché era uno che si è dato molto da fare. L’ultimo articolo che ha tirato fuori però mi ha lasciato a bocca aperta perché lui parla di terapie geniche con delle sostanze che si chiamano siRNA, short interfering RNA, che tra l’altro sono coinvolte nella patogenesi dei tumori, in un sacco di altre cose, e parla di individuare geneticamente l’eventuale infezione che c’è stata e di fare una terapia genica mirata individuo per individuo. Cioè è proprio la risposta che mi sarei aspettato da chi ha condotto le danze, perché a quel punto significherebbe, la famosa domanda: ‘È lecito cambiare il DNA a mano?’ Fino a oggi, in teoria, la risposta è no, non lo puoi toccare, perché abbiamo deciso che forse giochiamo con degli elementi di cui non siamo pienamente in controllo.

In realtà ne conosciamo l’ABC e facciamo finta di riscrivere la Divina Commedia. Detto questo, se un giorno arrivasse l’OMS o l’AIFA o l’EMA o chi vi pare che vi dicano: ‘Guardate, la domanda è superflua perché è già successo ed è successo a X milioni di persone,’ a quel punto è lecito modificare il DNA umano o no? È una domanda irrilevante, è già successo. Andiamo avanti e curiamo quello che è successo involontariamente e questo aprirà le porte al nuovo rush delle case farmaceutiche che non sarà più farmacologico, ma sarà modificazione genetica nostra e delle generazioni future.”

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