Sardegna: finito l’utilizzo delle pale eoliche, le multinazionali smonteranno solo la parte che esce fuori terra, ciò che viene inserito nel suolo resterà, la denuncia dell’avv. Linda Correas

La questione dell’installazione di pale eoliche in Sardegna continua a suscitare dibattiti accesi e preoccupazioni, in particolare per gli effetti a lungo termine che queste opere potrebbero avere sul territorio. Tra le voci più critiche emerge quella dell’avv. Linda Corrias, che ha espresso forti preoccupazioni riguardo agli impatti irreversibili che tali installazioni comportano.

“Vorrei mettere in evidenza che si tratta di fenomeni irreversibili”, ha denunciato Corrias, sottolineando che il problema non riguarda solo la presenza visibile delle pale eoliche, ma anche ciò che rimane nascosto sotto la superficie. “L’impegno contrattuale dello smaltimento,” ha spiegato, “è limitato solo alla parte che esce fuori terra. Non è previsto l’intervento su ciò che viene inserito nei fondamenti sotterranei, che quindi rimarrebbe lì, inesorabile nel tempo.”

Secondo l’avv. Corrias, la sfida va ben oltre gli aspetti puramente tecnici o economici. C’è infatti un elemento cruciale legato alla coscienza collettiva, che rischia di essere manipolata dal potere del denaro. “Alcuni di questi terreni vengono pagati somme ingenti,” ha dichiarato, facendo riferimento alle compensazioni economiche che molti proprietari terrieri ricevono in cambio della concessione dei propri spazi per le installazioni. “Questo è un elemento potente che si insinua anche nelle coscienze dei cittadini.”

Tuttavia, Corrias ha evidenziato come ci sia una possibilità di resistenza attraverso la sensibilizzazione civile e culturale. Ha elogiato la Sardegna per la sua particolare sensibilità verso il territorio e la storia, un aspetto che, secondo lei, può fare la differenza nella lotta contro lo sfruttamento industriale indiscriminato. “La Sardegna è particolarmente fertile da questo punto di vista,” ha affermato, ribadendo che esiste una profonda responsabilità verso il proprio territorio, forse più sentita che in altre regioni d’Italia.

L’avvocato ha poi concluso lanciando un messaggio di speranza, affermando che la battaglia culturale e spirituale non è necessariamente destinata a soccombere di fronte al potere economico. “Non è vero che il potere del denaro vince sempre, se sappiamo giocare bene questa partita,” ha sottolineato, invitando i cittadini a difendere il proprio territorio attraverso una consapevolezza radicata e una resistenza culturale che possa contrastare gli interessi delle multinazionali.

Altri articoli interessanti