Sardegna: pale eoliche ovunque anche vicino all’eremo di San Carlo: “offesa al patrimonio storico. Dove sono la Soprintendenza, la tutela del paesaggio?”, avv. Linda Corrias

Alcune installazioni di pale eoliche sono previste poco sopra il santuario di San Paolo eremita in Sardegna. Il sindaco Emanuele Muzu è sceso in campo con una dichiarazione infuocata, informando la popolazione e pubblicando alcuni elaborati del progetto caricati sul sito del Ministero, riguardanti l’eremo di San Carlo, sui monti sardi. “Una vera devastazione ambientale, la distruzione di un patrimonio naturale, rurale e religioso”, ha definito il primo cittadino.

“Non si può avere un approccio con il senno di poi, perché il pericolo è imminente”, commenta l’avvocato Linda Corrias.

“A cosa mi riferisco? Al fatto che in questo momento la Regione Sardegna, così come altre aree del nostro Paese, è stata ormai selezionata e contrattualizzata con accordi con le Regioni di interesse, in questo caso con la Sardegna, affinché diventasse oggetto di quella che viene chiamata inesorabile transizione energetica, in particolare per quanto riguarda le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici. Devo dire che, riferendomi alle pale eoliche, il progetto è veramente scioccante. Già con la posizione del primo gruppo di pale, posso dire che si stringe davvero lo stomaco.

C’è una pala eolica altissima, all’altezza della dorsale della Sardegna, lungo la strada 131, che svetta in modo inquietante. Devo dire che non sono sicura se rispetti le zone di tutela.

Come al solito, l’attacco non è solo sul piano materiale, ma è anche un’offesa sul piano storico, sul patrimonio culturale, energetico e religioso.

La Sardegna è una terra antica, considerata da alcuni storici come una delle possibili culle della scomparsa Atlantide. È un luogo non solo di archeologia, ma anche di pozzi sacri e punti particolari che vengono visitati da numerosi turisti, diventando dei veri e propri percorsi. Tutto questo viene affrontato senza alcun tipo di rispetto, non solo per il territorio, in termini di inquinamento e distruzione della flora e della fauna, ma anche per l’offesa a questi luoghi storici e religiosi. Posso dire che si tratta di un attacco trasversale, e questo riguarda solo l’attacco terrestre.

Perché distinguo l’attacco terrestre da quello marino? Lo faccio per una questione di competenze. Da giurista, devo sottolineare che le competenze regionali riguardano tutto il progetto di installazione delle pale eoliche sulla terra. Ma mi chiedo: in tutto questo, dove sono la Soprintendenza, la tutela del paesaggio, che di norma intervengono anche solo per un piccolo dettaglio? Dove sono? Dove sono la protezione dei beni culturali, il decreto salva coste? Tutto questo, da un punto di vista giuridico, mi sembra particolarmente stonato.

In questo caso, però, intervengo anche come cittadina, come persona particolarmente sensibile alla bellezza. È per questo motivo che voglio fare in modo che tutti i cittadini acquisiscano consapevolezza del fatto che nulla è inesorabile. Dobbiamo agire adesso, non piangere sul latte versato in futuro, né pentirci, come è accaduto con l’installazione di alcune industrie che hanno deturpato alcune parti di costa”.

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