Frajese: attacco ai bambini con i nuovi programmi scolastici si vuole sdoganare la pedofilia, com il pretesto che hanno diritto al piacere sessuale

“Per creare quello che l’élite vorrebbe controllare il vero target non siamo noi dai 50 anni in su, che siamo quelli che abbiamo creato la resistenza ai problemi, ma bisogna entrare nelle menti dei bambini quando sono ancora plasmabili, soprattutto dalle autorità, sia un qualcosa che può in qualche maniera rifiutare, ma tendenzialmente viene assorbito in maniera passiva”, denuncia Giovanni Frajese nel convegno organizzato da La gente come noi a San Martino Buonalbergo.

“E si sa che se il meccanismo di reiterazione del messaggio lo fai avvenire più volte nel tempo, quell’idea diventa fissa. Se andate a vedere quello che è l’attuale programma europeo c’è un programma che riguarda lo sdoganamento della sessualità nelle classi infantili. Infantili intendo dai sei mesi di vita in poi, il primo step sarebbe dai sei mesi di vita ai quattro anni, e così come piace fare agli anglosassoni hanno diviso in fasce di età quelle che sono le competenze e le abilità che i ragazzi e i bambini dovrebbero intraprendere.

Tutto questo dietro a un pretesto che è quello che il bambino ha diritto al piacere sessuale tanto quanto l’adulto e che in realtà questo non viene insegnato perché noi viviamo in una società bigotta e che il diritto al piacere è invece un diritto naturale.

Questo diritto al piacere deve portare, anche se non è scritto in maniera chiarissima, attraverso alcune domande che dovrebbero essere alcune capacità critiche che i bambini dovrebbero sviluppare, tipo quella di poter dire di sì o di no al piacere sessuale.

….Immaginate a chi un bambino di 4 o 6 anni dovrebbe dire di sì o di no al piacere sessuale.

È una strada di sdoganamento della pedofilia vera e propria.

Non so se lo sapete, ma i pedofili non vengono più chiamati pedofili perché è discriminatorio, perché la pedofilia, fondamentalmente è una devianza e viva le devianze perché fanno parte dell’attività naturale delle cose. Vogliono arrivare a toccare la sessualità stessa.

Spesso uso la metafora e dire che una cosa è cogliere il frutto quando è maturo, è pronto in qualche maniera per essere mangiato, per essere in qualche maniera compreso, anche se poi ci vuole il tempo anche per quello, e soprattutto dargli un valore che sia quello che ha, il proprio corpo, la propria sessualità e la propria intimità. E non a caso si chiama intimità perché dovrebbe essere una delle cose che muove l’essere umano più di ogni altra.

Se guardiamo, l’intera nostra società, dalla pornografia a tutto il resto, tende sempre a veicolare un’immagine estremamente banale, superficiale, quasi animalista della sessualità. Proprio perché la sessualità, così come l’amore, sono quelle onde che sono in grado di muovere l’animo, soprattutto del giovane, verso certe vette, vette di aspirazione, di possibilità e di movimento che in qualche maniera rendono, per esempio, l’uomo, in qualche maniera lo spingono a cercare di essere migliore di se stesso per ottenere un qualcosa che magari naturalmente desiderano.

Il fatto di cogliere invece un frutto quando non è neanche sviluppato, ma forse non è neanche un fiore, significa fondamentalmente eliminare la possibilità di sperimentare tutto quello che è il coinvolgimento emotivo, tutto quello che dà un significato, per esempio, all’incontro di due corpi, che diventa un qualcosa di molto più che semplice materia, ma appunto l’avete sperimentato tutti, in realtà viene poi collegato a un qualcosa che direi in qualche maniera ha a che fare con l’anima. Quindi c’è una sorta di volontà ulteriore di assottigliare, banalizzare e normalizzare la sessualità a qualunque livello, in qualunque forma e a qualunque età.

Questo fa paio con il progetto del gender, che non ha niente a che vedere con i diritti delle persone che hanno dei gusti sessuali diversi da quelli che un tempo venivano definiti normali o eterosessuali, perché non c’entra assolutamente nulla. E’ il voler trasformare. A noi hanno tolto ogni libertà, ci viene però lasciata la libertà di poter pensare di essere niente di tutto questo.

Esiste un’operazione chirurgica che si chiama nullificazione, che viene portata avanti moltissimo e che significa far diventare le persone come dei Big Jim, cioè l’assenza totale di genitali esterni che in qualche maniera dovrebbe rappresentare il genere di queste persone. Di fatto significa liberare la psicopatologia mentale, perché fino al DSM III quelle che si chiamano disforie di genere erano considerate delle patologie psichiatriche, quindi un problema della mente e non del fisico, e che poi per ragioni non scientifiche ma politiche invece sono state trasformate nel contrario.

Detto questo, il bersaglio non siamo, ribadisco, noi che abbiamo vissuto una grossa parte della vita, ma sono le menti dei bambini. Le vaccinazioni sono soprattutto rivolte ai bambini, la sessualità, sdoganata in una certa maniera, è sempre rivolta a loro, perché se tu vuoi creare il popolo del domani, lo fai mettendo nella testa dei bambini determinate idee.

L’amor che move il sole e l’altre stelle si manifesta attraverso una parte che può essere verbale, una parte che può essere visiva, una parte che può essere sessuale, ma comunque è proprio quell’eros che è in grado di andare oltre il thanatos, di muovere le montagne, di farti fare cose che non faresti mai altrimenti, quindi è qualcosa che ti attiva, ti dà la possibilità di trasformarti e al tempo stesso di trasformare la maniera in cui guardi il mondo.

Non so se conoscete il romanzo “1984” di George Orwell, penso che lo conoscete. I prolet, dovevano fare sesso continuamente, potevano farlo con chiunque, perché era un elemento di distrazione di massa, fantastico insomma. Il discorso è che l’ipersessualità che loro vogliono è non soltanto distraente per il potere, ma ipersessualità. Loro vogliono che le persone al massimo facciano sesso e basta. Insomma, sì, anche nei libri i prolet potevano accoppiarsi con chi volevano. Comunque, il discorso è questo. Il discorso è che loro non vogliono l’accoppiamento, l’accoppiamento alla famiglia, insomma. Però loro vogliono un’ipersessualità dilagante, questa è la pornografia, ce lo insegna chiaramente, loro vogliono soltanto un’ipersessualità che alla fine genera, come dire, tutti vogliono soltanto scopare e nessuno si impegna più nella relazione, nessuno si impegna più a fare i figli e arrivano le provette. Un’altra cosa che bisogna registrare è questo. Il gender è… quando uno è confuso sul genere e sull’orientamento sessuale il sesso diventa una cosa fondamentale nella vita di quella persona perché la confusione genera appunto questa ossessione per il sesso. Quindi la confusione degli orientamenti e dei generi deve provocare proprio questo, l’ossessione per il sesso. Ci sono, per esempio, nel mondo non soltanto delle ignoranze sessuali, ma anche nel mondo eterosessuale, persone che hanno forti turbamenti sessuali, che magari sono confusi oppure hanno delle particolari idee eccetera, quelle persone diventano ossessionate, come se volessero ricercare continuamente una risposta alle loro ossessioni e quindi diventi un porno dipendente, oppure diventi un sesso dipendente. Oggi noi assistiamo a un’epidemia da questo punto di vista, proprio perché vogliono persone che facciano soltanto questo, loro sono contro le relazioni, contro la famiglia, contro l’amore, quella è la cosa più importante, perché insomma voglio dire, alla fine l’amore è il loro grande nemico”.

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